Contrasto alla crisi climatica, l’agroecologia di Casa Bio

Avviata la raccolta di materiale per sostenere le attività del Centro di formazione in Senegal.
Casa Bio Senegal

C’è un filo diretto che collega l’Italia e il Senegal e ci rimanda la variopinta e vivace realtà del Centro di formazione CasaBio.

Situato nel villaggio di Bagadadji (nella regione di Sédhiou in Casamance, nel sud Senegal), è composto da una fattoria didattica, da un Eco Lodge e da un incubatore di startup, e si muove sugli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il Centro, infatti, prevede di formare ogni anno oltre 1200 giovani, donne e migranti di ritorno ai mestieri dell’agroecologia e dell’ecoturismo sul suo sito di 1O ettari, con corsi gratuiti in agricoltura biologica, allevamento responsabile, agrosilvicoltura, piscicoltura, eco costruzione, trasformazione agroalimentare, cosmesi naturale, turismo responsabile.

Foto tratta dalla pagina fb di Casa Bio

Nell’agricoltura sostenuta da Casa Bio, infatti, non vengono utilizzati i fertilizzanti chimici, pesticidi o OGM e gli animali vengono nutriti con mangimi biologici e altri foraggi prodotti localmente che non hanno ricevuto alcun trattamento chimico.

I partecipanti al progetto, inoltre, hanno la possibilità di seguire corsi di marketing, informatica, imprenditorialità ed educazione finanziaria per sviluppare competenze specifiche in materia di gestione aziendale con l’obiettivo di promuovere il lavoro autonomo e la creazione di microimprese.

La formazione alla sostenibilità sostenuta dal Centro di formazione senegalese vivendo l’Agenda 2030 si propone come risposta ai cambiamenti climatici e alle migrazioni.

Papa Francesco nella Laudate Deum definisce la crisi climatica “una malattia silenziosa che colpisce tutti noi” e alla quale occorre rispondere con gesti concreti e responsabili.

La crisi climatica costringe le popolazioni più fragili a migrare perché non possono più garantirsi mezzi sicuri di sostentamento nelle loro terre di origine; principalmente a causa di fattori ambientali di portata inconsueta. Esiste infatti un legame palese tra migrazioni e degrado ambientale dovuto ai cambiamenti climatici e povertà, tra benessere umano e qualità dell’ambiente.

La transizione agroecologica e le collaborazioni di sviluppo sostenibile tra paesi economicamente sviluppati e in via di sviluppo dovranno essere sempre di più una priorità per tutto il complesso sistema della cooperazione internazionale e decentrata.

Nel villaggio di Bagadadji, nel sud del Senegal, l’affluente Soungrougrou del fiume Casamance, è vittima della scarsità di risorse ittiche dovuta agli impatti della salinizzazione delle sue acque. Divenuto salato negli ultimi 40 anni a causa degli effetti nefasti legati ai cambiamenti climatici (riduzione della piovosità dal 1970 e aumento del livello del mare), il Soungrougrou è oggi caratterizzato da risorse ittiche scarse e poco diversificate, la scomparsa della biodiversità (fauna e flora) e la coltura del riso in passato annuale è ormai ridotta al periodo delle piogge, quattro mesi all’anno con evidenti conseguenze sull’autosufficienza alimentare.

Il villaggio di Bagadadji, situato nella regione di Sédhiou, ha registrato nel 2019 un tasso di povertà dell’88,6%, collocandosi in cima alla lista delle regioni più povere del Senegal (ANSD); con, tra l’altro, il più alto numero di migranti verso la capitale Dakar e altri paesi. Le popolazioni sono quindi costrette a migrare perché non possono più garantirsi mezzi sicuri di sostentamento nelle loro terre di origine; principalmente a causa di fattori ambientali di portata inconsueta.

Nel 2020, proprio in risposta alle gravi condizioni socio-economiche e ambientali provocate dagli effetti nefasti legati al cambiamento climatico, gli abitanti del villaggio di Bagadadji decidono di creare un’associazione e costruire il Centro di formazione in agroecologia CasaBio.

Le attività del Centro di formazione sono sostenute grazie ai fondi e alle donazioni raccolte, e al supporto di varie comunità scolastiche e parrocchiali, della comunità GEN 4 di Napoli, dello staff del CERVENE, dall’Associazione Carmine Speranza, da vari privati e aziende.

Donazioni e supporto grazie ai quali è stato possibile allestire una sala polivalente che accoglie, nelle ore diurne, i bambini della scuola elementare del villaggio di Bagadadji, attraverso la realizzazione di laboratori didattici e creativi (arte, cinema, lettura, ecc.). Nelle ore pomeridiane, è messa a disposizione delle donne del villaggio per imparare a tagliare e cucire al fine di creare una piccola economia imprenditoriale. La sala è inoltre utilizzata per ospitare di notte giovani stagisti in formazione.  È previsto, inoltre, l’allestimento di uno spazio dedicato, un laboratorio di parassitologia umana e veterinaria.

Per sostenere le attività di Casa Bio e degli abitanti del villaggio il mese scorso è stato raccolto altro materiale di arredo da ufficio, in previsione di una spedizione che sarà effettuata a fine ottobre. Tra le richieste anche materiale scolastico, elettrodomestici a energia solare e medicinali.

Per coloro che volessero contribuire alla raccolta, secondo le proprie possibilità, e ricevere maggiori informazioni, è possibile rivolgersi all’indirizzo email info@grades.it

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