Custodire il fiume Sarno: impegno possibile

Mons. Di Donna ha richiamato la Chiesa a riscoprire la Dottrina sociale e l’attenzione all’uomo. Il vice presidente della Regione ha assicurato opere di bonifica e controllo del territorio

Un impegno che nasce «dalle sofferenze e dalle richieste dei fedeli». Così mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, che ieri sera è intervenuto nella parrocchia Santa Maria delle Vergini a Scafati, al convegno “Custodire il fiume Sarno – Impegno e responsabilità”.

L’iniziativa è stata promossa dalla parrocchia scafatese e dal settore Carità e Giustizia della Diocesi di Nola. All’appuntamento hanno preso parte anche il vice presidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, il sindaco di Scafati, Cristoforo Salvati, e il direttore di Insieme, Salvatore D’Angelo. Quasi due ore di dibattito coordinate da don Aniello Tortora, vicario episcopale per la Carità e la Giustizia della Chiesa di san Paolino, e concluse dal parroco di Santa Maria delle Vergini, don Giovanni De Riggi.

L’intervento di mons. Antonio Di Donna

Il convegno è servito a mons. Di Donna per richiamare l’impegno e l’attenzione della Chiesa nei confronti della salvaguardia del Creato e delle istanze delle persone. «Il nostro impegno – ha detto il presidente della CEC – viene dall’ascolto delle sofferenze dell’uomo». Il presule ha ricordato un suo cavallo di battaglia: «La Terra dei fuochi non è in un solo luogo. Ci sono tante terre dei fuochi». Richiamando poi un’affermazione del vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, ha evidenziato: «Rischiamo che tra negazionismo ed allarmismo, prevalga l’immobilismo».

Recuperare la Dotrina sociale della Chiesa

Il dibattito partiva dalla Laudato Si’, nel sesto anniversario della sua pubblicazione avvenuta il 18 giugno 2015. L’enciclica di papa Francesco sulla «cura della casa comune» fu firmata il 24 maggio 2015, festa di Pentecoste, ma pubblicata solo il 18 giugno successivo. Mons. Di Donna ha tirato le orecchie al mondo cattolico, che purtroppo non conosce e approfondisce questo magistero e, in generale, non è attento alla Dottrina sociale della Chiesa. «Sembra sia argomento per le élite, non fa parte dei cammini di catechesi, non sempre è presente nelle omelie di noi vescovi e preti. La Dottrina sociale della Chiesa è trascurata, sconosciuta. La Luadato Si’ è più letta, conosciuta e apprezzata dal cosiddetto mondo laico, che da quello ecclesiale». Un richiamo forte affinché si recuperi questo aspetto della Chiesa.

Bonifica possibile?

In merito al tema del convegno, la custodia del fiume Sarno, il vescovo ha detto: «La situazione è molto compromessa, rende la bonifica molto complicata. Ma c’è ancora speranza o tutto è perduto? Non tutto è perduto, però è necessario che ci si muova insieme». Il presidente della Conferenza episcopale campana ha quindi chiamato in causa quattro soggetti, che «insieme» potranno dare forza alla speranza di una reale e futura bonifica.

L’intervento di Salvatore D’Angelo

Quattro soggetti per la rinascita

«Il primo soggetto sono le istituzioni, che non vanno criminalizzate. Intraprendano processi decisionali di dialogo e trasparenza, tenendo conto anche di chi vive in un determinato luogo. La politica è stata debole in questi anni, ma può e deve riscattarsi».
Il secondo soggetto è rappresentato dai cittadini: «Abbiamo bisogno di una cittadinanza attiva, una cittadinanza ecologica». Un ruolo importante devono averlo «i comitati e le associazioni». Il presule ha fatto riferimento alle «Madri coraggio a cui va riconosciuto il primato di aver sollevato la questione ambientale sui nostri territori». Il quarto soggetto è la Chiesa: «Deve educare le coscienze, avviare cammini ordinari di catechismo sociale, quando occorre deve denunciare. La denuncia non sia mai staccata dall’annuncio».
Nel concludere il suo lungo e accorato intervento, mons. Di Donna ha ammonito: «Serve una conversione ecologica reale altrimenti si raggiungerà un punto di non ritorno».

La Chiesa aiuta a interpretare i bisogni

Molto atteso l’intervento del vice presidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola. Il politico ha fatto un interessante e attento excursus sull’impegno multi secolare della Chiesa in ambito sociale. «La Chiesa ha argomenti e sensibilità – ha detto il vice di Vincenzo De Luca – che possono dare un giusto e reale contributo alla causa ambientale. Una sensibilità che ci aiuta a capire e ad interpretare meglio i bisogni del territorio».

Tra le sue sollecitazioni, interessante quella sul rapporto tra ambiente e salute: «Un rapporto che non va sottovalutato, ma affrontato con dati scientifici». Ha annunciato la nascita di un centro di elaborazione regionale nella reggia di Carditello.

No alla impiantofobia

Si è scagliato poi contro la «impiantofobia», la paura di nuove infrastrutture tecnologiche e a basso impatto per il riciclo dei rifiuti: «Non dobbiamo avere il timore di qualsiasi impianto. Ben venga il controllo delle comunità locali, ma una cultura del no sempre non ci porta da nessuna parte».

Don Aniello Tortora, mons. Antonio Di Donna, Fulvio Bonavitacola

Ha auspicato che qualche comune dell’Agro nocerino sarnese si candidi ad ospitare un impianto per il trattamento della frazione organica perché solo riciclando meglio e di più si potrà evitare la nascita di nuovi termovalorizzatori.

Le opere per il Sarno

Il suo intervento si è soffermato sul fiume Sarno: «Il lockdown – ha ammesso Bonavitacola – ci ha detto che le industrie hanno un impatto fondamentale sull’inquinamento, attenti però anche ai reflui civili». Su questo punto la Regione è impegnata in una campagna di lavori di infrastrutturazione notevole, per decine di milioni di euro. La scorsa estate è stato dato il via libera ad opere per 80 milioni di euro, i cantieri presenti nelle città di Nocera Inferiore e Scafati ne sono la conseguenza. Eliminando gli scarichi nei corpi idraulici superficiali, portando i reflui nelle fogne si consentirà «ai tre depuratori che abbiamo realizzato di lavorare a pieno regime, perché al momento gli impianti sono sottoutilizzati».

Tra gli impegni per il disinquinamento del fiume Sarno c’è anche la creazione di due barriere galleggianti per fermare i rifiuti solidi: una verrà realizzata alla foce del Sarno e un’altra a Scafati. «Questa sarà l’ultima estate senza le barriere», ha promesso Bonavitacola.

Un miracolo che interpella tutti

A don Aniello Tortora che gli chiedeva se ci «sarà mai il miracolo del Sarno, per ritornare a pescare anguille e gamberetti», il vice presidente della Regione ha risposto: «Il nostro impegno per il “miracolo” è totale. Chiedo a voi di essere sentinelle civiche».

L’esponente del governo regionale ha dato anche rassicurazioni sui controlli alle industrie, considerato che si avvicina il periodo dei pomodori. «L’estate – ha detto don Giovanni De Riggi – per noi è il periodo più brutto a causa dei miasmi che provengono dal fiume».

«Mi assumo l’impegno – ha affermato Fulvio Bonavitacola – a potenziare i controlli nei prossimi giorni, nel periodo di maggiore attività delle industrie conserviere, per scovare eventuali furberie dannose per l’ambiente e la popolazione».

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