La sorgente di Santa Marina è una delle tre bocche da cui si origina il fiume Sarno, insieme a Rio Palazzo e Foce. Dalla roccia carbonatica sotto le tufare di Fiano, a Nocera Inferiore, trasudano 2.000 litri di acqua al secondo. Una portata incredibile grazie alla quale, insieme ai 2.300 litri al secondo di Foce, si dà da bere al territorio dell’Agro nocerino sarnese e non solo.
Intorno alla fonte sta nascendo una vera e propria oasi. La Regione sta finanziando un progetto di recupero e bonifica di un’area di 100.000 metri quadrati che comprende una zona di lungo fiume e l’ex cava di tufo di Lavorate. Al termine dei lavori i cittadini dell’Agro potranno beneficiare di un luogo dalle grandi potenzialità naturalistiche. L’area sotto la quale si origina la sorgente – il canale sotterraneo si dipana per circa 220 metri nel ventre della montagna – sta vivendo una nuova primavera.
I circa 100.000 metri quadri di suolo al confine tra Nocera Inferiore e Sarno sono attraversati dalla strada provinciale. Dal lato del canale Santa Marina era stato creato un parcheggio di mezzi pesanti tra la fitta vegetazione, dal lato della ex cava di tufo gli “inquinatori” avevano dato corso ad ogni mezzo pur di riempire la zona di rifiuti.
Ferite ancora ben visibili
Nel cuore della tufara di Fiano c’è un cassone arrugginito, retaggio delle violenze inferte all’ambiente negli ultimi decenni. Ci sono anche dei manufatti abusivi pieni di letame, perché oltre ad essere una discarica, l’area era pure usata da un pastore per stazionare le sue pecore.
All’ingresso dell’oasi lato montagna sono visibili dei cumuli di rifiuti che l’impresa Co.Ge.Ca. di Angri sta dividendo, caratterizzando e smaltendo. Una pila di pneumatici, un’altra di spazzatura stoccata e pressata – probabilmente qualche impianto industriale ha trovato più conveniente smaltirla illecitamente –, tanto materiale indifferenziato.
A colpire sono alcuni tappeti di materiale isolante che, spiegano gli addetti ai lavori, è stato trasportato come minimo con un bilico. Eppure nessuno ha mai visto e sentito. Qualcuno ha denunciato. Solo ora si sta ripulendo per ripristinare l’habitat ed evitare soprattutto che questo marciume, permeando, possa intaccare la preziosa falda acquifera.
La rinascita
E così, dopo anni di incuria, si sta lavorando nel verso opposto. Grazie ad un partenariato che vede insieme Regione Campania, GORI, Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno, amministrazioni comunali di Sarno e Nocera Inferiore, ed Ente Parco Regionale del fiume Sarno, Santa Marina sta risorgendo. Non appena saranno completati i lavori, che sono tuttavia a buon punto, la comunità dell’Agro nocerino sarnese potrà godere di uno spazio naturalistico di grande interesse.
Il primo step, che ha previsto la rimozione di detriti, boscaglia e purtroppo tanti rifiuti, ha consentito già il pieno recupero ambientale dell’area sorgentizia. Una volta recuperata anche l’ex cava, il progetto prevede: la delimitazione dell’area regionale dell’oasi naturalistica, la realizzazione di una nuova recinzione e un sistema di videosorveglianza a tutela delle grandi risorse naturali presenti. Ma soprattutto per evitare che qualcuno possa nuovamente sfregiarlo.
L’impegno delle istituzioni
«Nell’era della consapevolezza globale della necessità di una transizione verso modelli di vita e di economia sostenibili», dichiara Nicoletta Fasanino. L’assessore alle Politiche ambientali del Comune di Nocera Inferiore continua: «La creazione di un’oasi è occasione e strumento per ricostruire un legame tra la società e le risorse ambientali presenti sul territorio. Un rapporto che nei decenni si è perso allontanando le nuove generazioni dalle agro economie che hanno fatto della stessa Campania una regione felix».
L’esponente della giunta del sindaco Manlio Torquato segue da vicino l’evoluzione dell’opera. Un progetto che ha preso a cuore e per il quale auspica e immagina un futuro straordinario. «L’impegno dell’amministrazione in questo progetto – continua Fasanino – è rivolto a ri-naturalizzare un’area con un più ampio obiettivo di tutela ambientale e sviluppo sostenibile che anche in un territorio difficile come il nostro può essere possibile».
Un luogo incantato che presto potrà essere vissuto dalla cittadinanza. Se il lato del fiume si presta ad essere un parco per un pomeriggio tra la natura, data la vastità la tufara riserva potenzialità immani. È un dovere per tutte le istituzioni coinvolte ricostruirne i valori ambientali, storici e culturali. È un imperativo, non solo morale, per i cittadini custodirlo e viverlo.
Salvatore D’Angelo