L’obiettivo del progetto “Opi(fi)cia” è rendere la caserma Tofano di Nocera Inferiore un deposito/laboratorio operativo, con aree espositive temporanee e spazi per gli studiosi.
E forse, tra due anni, aprirla alla città creando un camminamento interno e un caffè.
Un intervento ambizioso di cui dall’esterno è difficile apprezzare i progressi, ma che dall’interno rende chiaramente l’impegno della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino.
Quanto fatto finora e i progetti futuri sono stati illustrati ieri mattina dalla soprintendente Raffaella Bonaudo, durante una conferenza stampa promossa dall’amministrazione comunale di Nocera Inferiore.
La fortezza ha aperto le porte agli amministratori comunali e alla stampa, su richiesta del sindaco Paolo De Maio.
«La caserma è un edificio estremamente impegnativo per le sue dimensioni. Inoltre, dieci anni di abbandono lo hanno fortemente compromesso, anche se fortunatamente dal punto di vista strutturale è solido. Abbiamo trovato una giungla, con i vetri rotti dai rampicanti. In uno degli edifici si accedeva forse per spacciare. L’operazione messa in atto può sembrare semplice, ma ha dei costi di realizzazione e gestione importanti», ha spiegato la soprintendente.
I fondi utilizzati
Al termine delle attività, con il recupero di metà della struttura, si spenderanno complessivamente otto milioni di euro. Tre milioni sono già stati utilizzati, cinque sono quelli che sosterranno gli interventi del prossimo biennio. Ma ce ne vorranno altri per far decollare in tutto il suo splendore «Opi(fi)cia, un laboratorio dove le persone potranno vedere come si opera sui beni archeologici. Sarà un deposito che rappresenterà un valore aggiunto per gli studiosi», ha illustrato Bonaudo.
I tesori custoditi
Al suo interno, tra importanti misure di sicurezza, sono custoditi già tanti tesori. Ci sono tutti i reperti recuperati durante gli scavi di Rfi per la realizzazione dell’Alta velocità Napoli-Roma e buona parte di quelli provenienti dai cantieri Maddaloni-Mirabella Eclano, i reperti di alcuni sequestri.
Ci sono intere collezioni, a partire da quella Fienga. I reperti rischiavano di essere dispersi e furono acquistati dalla Regione Campania. Ora è in corso uno studio della professoressa Carmela Capaldi della Federico II.
Nella caserma Tofano si trovano anche i materiali di tutti i depositi della Soprintendenza e i reperti provenienti da recenti scoperte effettuate a Pompei.
I lavori realizzati e quelli programmati
Se la Tofano può accogliere già tutte queste antichità è perché con i tre milioni finora spesi è stato possibile effettuare l’analisi della vulnerabilità sismica e l’intero solaio della struttura, sistemare il piano terra di due stecche, l’ingresso di via Solimena; recuperare il circolo ufficiali che per ora ha accolto i set di due produzioni cinematografiche (Il commissario Ricciardi e Il treno dei bambini), ma nelle intenzioni sarà lo spazio per mostre permanenti per illustrare i progressi della ricerca archeologica.
Sono state recuperate le vecchie cucine, realizzato gli uffici della Soprintendenza per un presidio costante sul territorio. «Il prossimo step, di cui alcune attività sono già in corso, servirà a recuperare i piani alti, cambiare tutti gli infissi e effettuare la mappa topografica BINA, i cui fondi sono stati recuperati dalle eccedenze dei precedenti finanziamenti», ha detto Bonaudo.
Questo rilievo è alla base dell’intervento finanziato con i cinque milioni stanziati dal governo Draghi nell’estate 2022.
«Con questi fondi completeremo la sistemazione e gli allestimenti, riuscendo a riqualificare il piano terra, il primo e il secondo piano di almeno due stecche. Si opererà per lotti funzionali», ha anticipato. Un piano importante, basti pensare che la sola progettazione ha costi stimati per 500.000 euro.
Ultimato l’intervento, «ci vorranno intorno ai due anni» secondo il cronoprogramma del MiC, si potrà immaginare «la realizzazione di un caffè aperto al pubblico e un corridoio che attraverso la caserma colleghi il centro con il borgo», ma non è escluso che la si possa «aprire per step», ha detto la soprintendente.
Niente da fare per il muro che dà su via Rea: «Per ora resta, ma potrebbe essere non utile. Si vedrà». Tuttavia, il Ministero ha accettato la proposta dell’amministrazione di abbellirlo con dei murales tematici.
Il futuro dei musei della valle del Sarno
C’è stata anche l’occasione per riflettere a 360gradi sull’offerta museale locale. innanzitutto, partendo dalla riconnessione del museo provinciale di Sant’Antonio» e «lavorando in sistema», evitando di «presentare pedissequamente le stesse cose», «penso sia inutile che ognuno abbia il suo museo», le parole della massima rappresentante del Ministero.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di «offrire una proposta complementare attraverso una rete di strutture: la Tofano un deposito operativo, Sarno il museo dello scavo, al provinciale le collezioni, a Nocera Superiore un museo della città».
De Maio: «Lavoreremo per recuperare fondi necessari»
«È il momento di accelerare per rendere questi spazi fruibili, speriamo che la città possa vivere questa struttura. Come amministrazione vogliamo coinvolgere l’Università e altri enti per individuare i fondi necessari per la riqualificazione totale. Questo monumento si inserisce nel nostro piano di Parco urbano immaginato tenendo insieme la Tofano, il castello e la collina del Parco, la villa comunale, i conventi e il monastero, così come San Giovanni in Parco», ha detto il sindaco Paolo De Maio.
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