«Siete rientrati dalla vacanza?». Questa è la domanda ironica e ricorrente di quanti ci incontrano dopo i dieci giorni trascorsi a La Thuile, in Valle d’Aosta, per il secondo appuntamento del Corso di Alta Formazione per Operatori di Pastorale Familiare, svoltosi dall’11 al 20 luglio scorsi e organizzato dalla CEI in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Si fa fatica a spiegare quanto sia importante la formazione specifica in un ambito, quello della pastorale familiare, in continuo aggiornamento teologico e pastorale. Il nostro vescovo Giuseppe, sin dall’inizio del suo ministero episcopale, ne ha ribadito a più riprese l’urgenza per quanti sono a servizio di bambini, giovani e adulti. Non si può più improvvisare o trincerarsi dietro quell’odioso adagio del “si è fatto sempre così”, che tanti “meriti” ha nell’allontanare i fedeli dalle nostre parrocchie.
Per questa ragione, in qualità di Referenti diocesani per la pastorale familiare, siamo stati invitati dal Vescovo a partecipare a questo corso della CEI.
Gli obiettivi del corso
Il corso si propone un duplice obiettivo. Innanzitutto offrire un percorso sistematico e articolato, ricco di contenuti alti e aggiornati, con modalità innovative e con un approccio interattivo e laboratoriale. L’insieme delle discipline e delle attività proposte consente l’acquisizione di competenze e strumenti concreti per progettare e organizzare, con adeguata consapevolezza, eventi di formazione, accompagnamento e cura per le coppie, le famiglie e le realtà fragili, attuando quanto suggerito da papa Francesco nella Amoris Laetitia.
Il secondo obiettivo è poi acquisire una visione di insieme sulla pastorale integrata e sui cammini di evangelizzazione.
Tutto ciò è stato vissuto insieme a tante coppie provenienti da tutta Italia ed è stato importante per continuare ad aprire i nostri orizzonti ed evitare l’angusto orizzonte di chi vive solo la propria realtà parrocchiale. La condivisione di diverse esperienze pastorali ci ha arricchito enormemente consentendoci di rafforzare relazioni a beneficio di future collaborazioni tra diocesi.
Oltre alle lezioni frontali del mattino e ai laboratori pomeridiani, abbiamo vissuto la Celebrazione eucaristica quotidiana e la preghiera comunitaria insieme ai nostri figli. Ci sono stati anche momenti di relax in cui abbiamo potuto godere il bel paesaggio di La Thuile a contatto con la natura, in compagnia di presbiteri, diaconi e seminaristi, anch’essi impegnati come noi nell’approfondimento e specializzazione di pastorale familiare.
La scelta di una pastorale integrata
Abbiamo sperimentato una grande gioia nel sentirci confermati nella bontà della scelta di una pastorale integrata. Sin dalla nostra nomina da parte del Vescovo abbiamo scelto di operare in sinergia con l’Ufficio di Pastorale Giovanile e con l’Ufficio Catechistico, oltre che con alcune associazioni, ad esempio l’ANSPI. Sono appariscenti e sterili le iniziative di un singolo Ufficio perché si disperdono risorse intellettuali, creative e finanziarie.
La Pastorale integrata è il presente e il futuro e la CEI non smette di promuovere questi percorsi in tutte le Diocesi. Sappiamo bene quanto sia difficile mettere da parte il desiderio di apparire come protagonisti assoluti di iniziative diocesane ma sappiamo altrettanto bene, perché lo abbiamo sperimentato, quanto faccia bene alla Diocesi leggere di iniziative di formazione ideate da presbiteri e laici perché manifestano la bellezza della reciprocità vocazionale.
Nel prossimo anno la CEI approfondirà ulteriormente la visione integrata di pastorale, con la presenza dei Direttori degli Uffici e dei Servizi della CEI e torneremo con ulteriori spunti di riflessione e idee innovative da mettere a servizio della nostra Diocesi per meglio camminare insieme.
Filomena Savarese e Luciano Gambardella, referenti diocesani per la pastorale familiare
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