Settanta bambini, dai 10 ai 13 anni, che vivono il cammino di fede nella Fraternità di Emmaus, parteciperanno sabato alla Giornata mondiale dei bambini a Roma. A coordinare l’organizzazione è Nicoletta Barbato, responsabile dell’ambito preadolescenti, che dall’ottobre del 2023 si è trasferita insieme al marito Angelo Nappo e ai due figli, Emilio, 22 anni, e Arianna, 19, nella casa famiglia “Maria Madre della Provvidenza” a Pompei. Dalla finestra della cucina si scorge la statua della Madonna che troneggia in vetta al santuario della Beata Vergine del Rosario.
«L’attenzione per i preadolescenti è nata quando mio figlio Emilio ha fatto la Prima Comunione – racconta –, il bambino non voleva continuare il suo percorso di fede in altri gruppi. Così, come Fraternità, movimento che io e Angelo abbiamo incontrato mentre ci preparavamo al matrimonio, provammo a mettere su una proposta per questa fascia di età. Cominciammo a coinvolgere gli amici e i compagni di classe».
Il cammino per i preadolescenti è stato costruito poco alla volta, insieme a don Silvio Longobardi e agli altri catechisti del movimento. «Abbiamo cominciato spiegando le preghiere semplici, si tratta di bambini che hanno appena ricevuto la Prima Comunione. Con gli anni alla catechesi abbiamo affiancato dei laboratori, come quello della ginnastica eucaristica. I ragazzi imparano, sotto forma di ginnastica, quando alzarsi, sedersi e andare all’altare durante la santa Messa».
Quest’anno, in Quaresima, hanno vissuto diverse esperienze di carità: hanno fatto visita alle nonnine di una casa di cura, hanno vissuto un momento di preghiera nelle cappelle degli ospedali “Martiri del Villa Malta” di Sarno e “Umberto I” di Nocera Inferiore, accolti dal personale sanitario.
Attualmente il cammino dei preadolescenti è presente, nella nostra Diocesi, ad Angri, a Striano e a Poggiomarino. Ma vi sono comunità anche a Succivo, in provincia di Caserta, e a Monterotondo, alle porte di Roma.
Quando incontro Nicoletta sono nel pieno della fase organizzativa per permettere a questi bambini di vivere la gioia dell’incontro con il Papa. In braccio ha una bimba di 6 mesi, un’altra di 19 mesi si aggira gioiosa per la cucina. «Pensavo che l’organizzazione fosse più complessa – racconta –, per fortuna mi stanno aiutando alcuni giovani che nelle comunità affiancano i catechisti. Debora, che ha partecipato all’ultima Gmg, mi sta dando una mano con le iscrizioni alla Giornata, poi ci sono gli organizzatori dell’evento che mi guidano passo passo».
I 70 bambini (40 della nostra Diocesi), in gran parte accompagnati dai genitori, parteciperanno alla giornata del 25 maggio allo Stadio Olimpico dove è previsto un momento di festa e l’incontro con il Papa. «Abbiamo scelto di partecipare ad una sola giornata per evitare di pernottare a Roma, diversamente il costo per le singole famiglie sarebbe diventato troppo oneroso. È la nostra prima esperienza, per quest’anno è importante esserci, il prossimo proveremo a fare meglio».
Mamma affidataria
Nicoletta ha due figli ma dallo scorso ottobre è mamma affidataria, una speciale forma di maternità che lei definisce dell’attesa.
Suo marito Angelo da ragazzo ha scoperto di avere una malattia degenerativa che colpisce il fegato, anni fa ha subito un complesso intervento ma con il tempo le sue condizioni di salute sono peggiorate e ha dovuto sottoporsi a un trapianto. Ricevono la proposta di trasferirsi in una casa famiglia durante un ritiro di Fraternità nell’estate del 2022. «A volte le chiamate del Signore sembrano inopportune, in quel periodo Angelo non stava bene. Poi continui a camminare e scopri che quella chiamata è una grazia», dice.
Lei e Angelo si prendono del tempo per rifletterci, dopo poco arriva la chiamata dall’ospedale di Pisa per il trapianto. Comincia un tempo faticoso e delicato: «Il post operatorio è stato complicato, siamo rimasti in ospedale più del previsto».
Ritornano a casa il 9 dicembre del 2022. Qualche mese dopo la possibilità di trasferirsi in una casa famiglia diventa concreta, la scelta di Angelo è netta: «Non avevo più tempo – dice –, tempo che mi è stato donato da Dio e dal donatore. Questo tempo non è più mio, l’ho ricevuto in dono e devo a mia volta donarlo». Così il 30 settembre del 2023 la famiglia lascia la sua casa di Poggiomarino e si trasferisce nella casa famiglia “Maria Madre della Provvidenza” a Pompei.
Attualmente hanno tre bambini in affido, F. di tre anni, A. di 19 mesi, e E. di 6 mesi. La maternità che nasce dall’affido familiare è quella con la maggior componente di gratuità, ci si prende cura di bambini che poi andranno via, per rientrare nelle loro famiglie di origine o per andare in adozione.
«Siamo mamme sempre in attesa – aggiunge -, all’inizio aspettiamo che arrivino, mentre ce ne prendiamo cura aspettiamo che ritornino con i genitori o in una nuova famiglia. A volte non sappiamo quale delle due possibilità augurarci per il loro bene». E allora cosa si fa? «Si attende pregando».
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