«Pastore del gregge di Dio»: ad Angri il ricordo di don Alfonso Raiola

Sabato scorso nella Collegiata di San Giovanni Battista le celebrazioni per ricordare mons. Raiola, a dieci anni dalla morte.
Don Alfonso Raiola raffigurato con il Patrono di Angri san Giovanni Battista in un’opera della pittrice Mariolina Pentangelo – Foto Fiore Cagnazzi

«Celebrare il decimo anniversario della dipartita di don Alfonso Raiola è per noi innanzitutto motivo di angoscia e dolore per la sua mancanza, ma ancor più di gioia, perché lo sappiamo alla presenza di Dio, lo sappiamo a contemplare lo splendore del volto del Risorto».

Così mons. Vincenzo Leopoldo, parroco della Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, nel dare inizio all’omelia della S. Messa celebrata sabato scorso nella chiesa madre angrese a dieci anni dalla morte di mons. Alfonso Raiola, suo predecessore alla guida della Collegiata, le cui sorti ha retto per quasi mezzo secolo, dal 1962 al 2006.

Un momento della celebrazione eucaristica – Foto Fiore Cagnazzi

A concelebrare insieme a mons. Leopoldo don Domenico D’Ambrosi, don Alfonso Giordano e don Mattia D’Antuono, alcuni dei tanti sacerdoti che hanno conosciuto mons. Raiola.

Nato nel 1919, don Alfonso Raiola era stato ordinato sacerdote nel 1943, dopo essersi formato presso l’istituto dei salesiani di Castellammare di Stabia e poi presso il seminario di Salerno.

Nominato canonico della Collegiata nel 1953, ad appena 33 anni, ne diviene l’ultimo abate il 29 luglio 1962. Dopo aver lasciato la guida della comunità nel 2006, ha continuato a risiedere nella casa canonica parrocchiale fino al 25 aprile 2014, giorno della sua morte.

Don Alfonso Raiola raffigurato con il Patrono di Angri san Giovanni Battista in un’opera della pittrice Mariolina Pentangelo – Foto Fiore Cagnazzi

«Figli di Dio e sacerdoti»

Commentando la seconda lettura proposta dalla liturgia della quarta domenica di Pasqua (1 Gv 3,1-2), in cui l’apostolo Giovanni invitava a considerare la grande dignità di “figli di Dio”, mons. Leopoldo ha detto: «Sono certo che se il nostro carissimo don Alfonso potesse dire una parola al mio posto, avrebbe tanta forza, tanta luce, tanta sapienza del cuore da poterci far innamorare di questa grande dignità di figli di Dio».

Un momento della celebrazione eucaristica – Foto Fiore Cagnazzi

«Chi è il sacerdote?», si è poi chiesto mons. Leopoldo prendendo spunto dal Vangelo domenicale (Gv 10,11-18) che presentava Gesù come il Buon Pastore. «È un uomo – la risposta -, con le sue miserie, con le sue difficoltà, con i suoi problemi, ma che ha ricevuto la dignità di figlio di Dio e la dignità del sacerdozio ministeriale, che lo elegge pastore del popolo di Dio».

Di qui l’osservazione: «Quale dignità, ma quale responsabilità per noi che siamo chiamati ad essere pastori del popolo di Dio, chiamati a condurre il gregge di Dio ai pascoli erbosi, alle acque tranquille. Don Alfonso sentiva questa responsabilità».

Poi l’esortazione ai numerosi fedeli presenti: «Se il sacerdote ha questa responsabilità ministeriale in una forma sacramentale, tutti partecipiamo della dignità sacerdotale di Cristo, tutti siamo chiamati ad essere annunciatori della Parola di Dio, non solo con le labbra, ma con la vita».

E nel ricordare ancora il suo predecessore, mons. Leopoldo ha osservato: «Quasi cinquant’anni spesi al servizio di questa comunità, al servizio del popolo di Dio. Quanti Battesimi, quante Comunioni, quante Sante Messe, quanti sacramenti, quanti insegnamenti! E quante volte ha accompagnato i fedeli nella vita e nel momento della morte, accompagnandoli fino alle porte della vita eterna!».

Al termine della celebrazione eucaristica, mons. Leopoldo ha portato alla comunità i saluti del vescovo Giuseppe e ha invitato a pregare per i sacerdoti e per le vocazioni alla vita sacerdotale.

La serata ricordo

La S. Messa è stata seguita da una serata ricordo che si è svolta presso il salone parrocchiale “S. Alfonso Maria Fusco”, dove è stata anche allestita una mostra fotografica con alcuni significativi scatti riguardanti la vita di don Alfonso Raiola e il suo intenso ministero nella comunità parrocchiale.

Per l’occasione è stato proiettato un filmato risalente al 1999, e nello specifico alla celebrazione dell’80esimo compleanno di mons. Raiola. Poi il filmato ha lasciato il posto ad alcune testimonianze spontanee di fedeli che hanno raccontato aneddoti della loro vita che hanno intrecciato l’operato di don Alfonso nella comunità. Il saluto e il ricordo da parte del parroco mons. Leopoldo ha concluso la serata.

Insieme, nel numero di aprile, ha dedicato a mons. Alfonso Raiola un ricordo tratto dalla penna di Anna Somma, stretta collaboratrice del sacerdote angrese salita al Cielo nel 2012.

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