“I Miti ritrovati” di Onofrio Pepe incantano Firenze in attesa di Mattarella

La mostra di sculture dell’artista nocerino adottato da Firenze per i 100 anni dell’Università di Firenze. Giovedì 8 febbraio arriva il presidente della Repubblica
Il Muro del Mito

Onofrio Pepe continua ad incantare con le sue opere. Il suo nome è sempre più legato alla storia contemporanea della città di Firenze.

Da quando, circa cinquant’anni fa, ha lasciato Nocera Inferiore, i fiorentini lo hanno adottato. Attenzione che lui ricambia con un prolifico e magistrale fiume artistico.

L’ultima dimostrazione la si è avuta con “I Miti ritrovati”, allestimento realizzato per i 100 anni dell’Università di Firenze inaugurato ieri e visitabile fino al 29 marzo.

Tra i curatori dell’esposizione c’è un altro nocerino doc, l’archeologo Teobaldo Fortunato.

Onofrio Pepe taglia il nastro della mostra insieme alla rettrice Alessandra Petrucci e alla delegata del sindaco di Firenze

Il “Mitografo” per eccellenza, così è stato ribattezzato, non si è risparmiato nemmeno questa volta. Infatti, ha preparato sette grandi sculture in terracotta dedicate al “Mito di Europa” e 30 stele policrome in terracotta e legno, che compongono il “Muro del Mito”.

Le opere sono esposte in due sedi storiche dell’Ateneo toscano: il Rettorato di piazza San Marco e il Palazzo Nonfinito in via del Proconsolo.

Arte per l’umanità

Il Muro del Mito

Il muro è composto da stele che non sono compatte, ma hanno delle aperture, feritoie: un muro che va oltre il concetto di separazione.

Rispetto alla mostra, la rettrice di UniFi, Alessandra Petrucci, ai microfoni della TgR Toscana ha dichiarato: «Credo sia un modo per ricordare che siamo Europa, che dobbiamo promuovere il dialogo e la cultura che si incontra sia sulla parte scientifica che umanistica».

Onofrio Pepe ha aggiunto: «Si parla di intelligenza artificiale, di cosa sarà il domani. Io vorrei che noi ci riappropriassimo delle nostre origini e della nostra natura di uomini. Uomini che sono, siamo, tutti uguali».

Il segno del maestro con bottega a San Frediano è riconosciuto da tempo all’ombra di Palazzo Vecchio.

Non è la prima volta che le istituzioni cittadine si rivolgono a lui per celebrare momenti importanti della loro storia recente.

Un esempio è la Porta del Mito realizzata per il Tribunale. Oppure il grande bronzo “Minerva” esposto sempre all’Università di Firenze.

Da Nocera al mondo

Il catalogo della mostra

Le sue sculture hanno girato il mondo. Alcune sono anche nella città di origine: la fontana della Fertilità in piazza Amendola a Nocera Inferiore.

Nel 2022, invece, fu il Battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore ad accogliere le sue stele per la mostra “Divinitas”.

Ed attualmente una sua deposizione è esposta nel Museo diocesano San Prisco di Nocera Inferiore.

«Il mito, per l’artista fonte inesauribile di temi e soggetti, è esplorato in tutte le dimensioni e rilancia la scoperta di un patrimonio culturale a cui forse oggi si dedica troppo poca attenzione», ha scritto Sergio Givone nel catalogo che accompagna la mostra.

Ed è di Pepe anche la medaglia commemorativa del centenario dell’Università di Firenze.

Si tratta di un monile/scultura che l’8 febbraio sarà consegnato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricordare il primo secolo di vita di UniFi.

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