Essere come il sale, che si scioglie e dà sapore. Così mons. Giuseppe Giudice intende la presenza dei cattolici, in particolare dei consacrati e dei laici impegnati. Lo ha detto ieri mattina, nella giornata di festa per la riapertura della Curia vescovile di Nocera Inferiore.
Dopo un lungo periodo di riqualificazione ed adattamento funzionale degli spazi, il Palazzo dell’ex seminario è stato restituito alla comunità in tutto il suo splendore. «Ringraziamo l’8xmille, altrimenti non avremmo potuto fare niente», ha detto il Vescovo.
La Curia è il centro del governo della Diocesi insieme alla Cattedrale. «La Cattedrale è il cuore, il simbolo della preghiera, poi c’è la Curia dove si governa», ma il pastore ha aggiunto altri due riferimenti: «Presto avremo il polo della carità e già abbiamo, alla Iuvenescit Ecclesia, il polo della formazione».
Mons. Giudice ha auspicato una «ripartenza in un ambiente rinnovato e con una coscienza sinodale», con una «parola che deve essere piena di sapore». Mantenendo la propria identità: «La Chiesa sta nella città, ma se perdiamo il sapore e ci omologhiamo abbiamo fallito, possiamo chiudere».
Ricercare la via della speranza
La sua riflessione è ruotata intorno al senso del sale che «serve a insaporire, condire, conservare, sciogliere, ha tante proprietà». È necessario ricercare, dunque, la via Salaria, la strada dove portavano il sale, che per la guida della Chiesa nocerino sarnese «diventa via della speranza».
Occorre «ritornare con il gusto dell’amore di Dio nel tempo della cultura cocktail. Bisogna starci con molta chiarezza e senza omologazione. La chiesa o è alternativa al mondo o è una semplice Ong che porta i pacchi quando gli altri hanno fatto i guai. Il Vangelo viene prima di tutto e pur di annunziarlo dobbiamo essere disposti a tutto».
Il Vescovo ha poi elencato una serie di altri aspetti legati al sale. «Dobbiamo dare il sale della pace, la pace di Gesù. Il sale della gioia, non annunciamo con tristezza. Il sale della sofferenza. Tante volte – ha proseguito – noi siamo insipidi perché non sappiamo cosa dire, e siamo calpestati perché abbiamo vergogna di dire il Vangelo».
Una caratteristica qualificante del sale è che si scioglie: «Dobbiamo essere sale dell’umiltà, permettendogli di sciogliersi e dare sapore con la nostra vita. Non quando mi va, ho voglia o interesse. Sempre». Infine l’invito a una dieta iposodica: «Una dieta spirituale iposodica per andare avanti con semplicità, senza nostalgia, sapendo discernere e dando fiducia. Dobbiamo dare sapore, che diventa anche sapienza, in modo da ripartire».
I lavori di riqualificazione
La riqualificazione della Curia di Nocera Inferiore ha contemplato una serie di lavori su tutti i livelli della struttura. A seguire l’opera in qualità di direttore tecnico è stato Massimo Imbriaco. Innanzitutto sono stati creati dei nuovi uffici nella parte ancora non recuperata dopo il terremoto del 1980. Un’area moderna e funzionale, caratterizzata da un percorso fotografico curato dal direttore del Museo diocesano, Salvatore Alfano.
Al primo piano sono stati ritinteggiati gli uffici e l’aula magna, con una nuova disposizione. Rinnovata la sala riunioni, che mons. Giudice ha voluto dedicare alla memoria del suo predecessore, il vescovo Gioacchino Illiano. Una stanza sobria e moderna disegnata da Angelo Santitoro, caratterizzata con i colori dello stemma episcopale del compianto pastore e da alcune sue foto. Recuperato anche il chiostro al piano terra, che era stato fortemente compromesso dall’umidità di risalita. Con una serie di accorgimenti tecnici il problema dovrebbe essere stato definitivamente arginato.
