Ut unum sint

Rileggiamo insieme il suo lungo episcopato. 

di Antonietta Abete

Mons. Gioacchino Illiano ha ricevuto la nomina e la consacrazione episcopale nel 1987, aveva 52 anni, alle spalle una consolidata esperienza sacerdotale e davanti un orizzonte vasto quanto il mare. Ut unum sint scrisse nel motto episcopale. In quella frase era racchiuso l’impegno fondamentale che voleva realizzare: essere un ponte di unità tra Dio e gli uomini. In questo solco, nel Vespro del 24 ottobre 1987, giorno del suo ingresso in Diocesi, disse: «Vengo per essere cristiano con voi e vescovo per voi. È Gesù l’ideale a cui guardare; Maria, la compagna del nostro comune cammino verso la costruzione del Regno di Dio in Nocera-Sarno».

L’episcopato. Non è facile sintetizzare il lungo episcopato di mons. Illiano tenendo conto della vasta mole di lavoro e di impegni che appartengono all’attività pastorale di un Vescovo. In questi casi c’è il rischio di soffermarsi solo sugli eventi ecclesiali, dimenticando che il Vescovo è chiamato anzitutto a esercitare la paternità. Solo Dio conosce i gesti di tenerezza e di accoglienza, le parole di fiducia e di carità. Ripercorrendo i 24 anni passati alla guida della nostra diocesi, incontriamo molti eventi significativi. A cominciare dalla piena unità delle due antiche diocesi di Nocera e Sarno, che era stata sancita l’anno prima, nel 1986. Una sfida difficile, affrontata e vinta senza particolari problemi, grazie alla buona volontà di tutti e alla pazienza e lungimiranza del Pastore.

I collaboratori della vita pastorale. Il Vescovo ha curato in modo particolare il rapporto con i presbiteri, i primi e indispensabili collaboratori della vita pastorale. Dal 1987 al 2011, ha ordinato 31 sacerdoti e consacrato 4 vescovi, l’ultimo in ordine temporale è stato mons. Francesco Alfano, chiamato il 14 maggio del 2005 a servire la Chiesa di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e ordinato da mons. Illiano il 2 luglio del 2005, nello Stadio di Nocera Inferiore. La Provvidenza ha voluto che proprio nel corso del suo episcopato avvenisse la beatificazione di Alfonso e Tommaso Maria Fusco, due perle del presbiterio diocesano, vissuti nella seconda metà dell’Ottocento. Quel 7 ottobre 2001, giorno della proclamazione liturgica, rappresenta una pietra miliare nella lunga e ricca storia della Chiesa dell’Agro, a cui si è aggiunta la data del 16 ottobre del 2016, giorno della canonizzazione di Alfonso Maria Fusco. Mons. Illiano ha avuto anche la gioia di accogliere, il 12 novembre del 1990, nello stadio di Nocera Inferiore, san Giovanni Paolo II in visita pastorale in Campania. Quel giorno il Pontefice fece tappa anche a Pagani per venerare le reliquie di sant’Alfonso Maria de Liguori.

L’ora dei laici. Nello stesso mese in cui mons. Illiano fece il suo ingresso in diocesi, a Roma si svolgeva il Sinodo dei vescovi sulla vocazione e la missione dei laici. Un tema importante, una cifra significativa del rinnovamento conciliare. In questo ambito il vescovo Gioacchino si è impegnato non poco chiamando i laici ad esercitare compiti di responsabilità all’interno della Chiesa locale e dando un forte impulso alla pastorale familiare. Sono gli anni in cui gruppi e movimenti crescono in termini numerici e qualitativi, nasce anche un nuovo movimento, la Fraternità di Emmaus, che ha poi ricevuto il riconoscimento ufficiale l’8 settembre del 2008. Il vescovo Gioacchino si è battuto molto per la crescita spirituale, civile e morale dell’Agro. Numerosi gli interventi contro il malaffare, il degrado urbano, la disoccupazione. Scrisse anche una lettera alla vedova di Marcello Torre, sindaco ucciso dalla camorra.

Il Vescovo dell’unità. Il vescovo aveva a cuore l’unità ecclesiale e desiderava ardentemente che si lavorasse insieme sia nella fase decisionale che in quella operativa. Chiedeva con insistenza di attuare un programma pastorale comune che, partendo dal centro della Diocesi, arrivasse in tutte le articolazioni parrocchiali. Nel 1994 Giovanni Paolo II ha indetto il Grande Giubileo invitando la Chiesa universale ad una profonda revisione di vita, in vista del terzo millennio e offrendo una preparazione scandita da tappe precise, affidate alle Persone della Santissima Trinità. Questo evento ebbe una risonanza provvidenziale. Mons. Illiano colse l’occasione al volo per indire, l’anno successivo, il Sinodo diocesano, che ha trovato il suo sigillo nel 2001. Nella scia del Pontefice, chiese alla Chiesa dell’Agro di fare un sincero esame di coscienza.

Il Movimento dei Focolari. Come logo biblico del Sinodo il Vescovo scelse un versetto del profeta Isaia, “il Signore ti guiderà sempre” (Is 58, 11). Questa “Parola di vita” gli era stata affidata da Chiara Lubich all’inizio del suo ministero episcopale ed egli ne aveva sperimentato l’efficacia e la forza. I passi di mons. Illiano hanno incrociato quelli del Movimento dei Focolari negli anni ’70, quando era parroco a Siano, nella parrocchia Santa Maria delle Grazie, che ha guidato per 26 anni, subito dopo l’ordinazione sacerdotale del 2 luglio 1961 e fino alla chiamata al ministero episcopale, l’8 agosto del 1987.

La nascita di Insieme. Uno dei primi frutti del Sinodo è stata la nascita della rivista diocesana Insieme, arrivata per la prima volta in edicola e nelle parrocchie il primo gennaio del 2006. Come testata del giornale fu scelta una parola semplice e impegnativa: Insieme, che è un altro modo per tradurre l’ut unum sint (che tutti siano una cosa sola) scelto come motto episcopale.

L’alluvione di Sarno. Dovremmo dedicare un capitolo a parte alla drammatica alluvione che il 5 maggio del 1998 colpì Sarno, Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello e all’impegno profuso dal Vescovo, in unum con la Caritas diocesana, allora guidata dal vulcanico e umile fra Terenzio Soldovieri.

La malattia. A Sarno, il paese più colpito, le vittime furono 137. Quasi alla conclusione del suo mandato il vescovo Illiano è costretto a fare i conti con la croce. Una prima volta il 26 agosto del 2009, per una frattura al femore e poi in maniera più seria il 22 novembre del 2010 quando è colpito da un’ischemia che lo fa precipitare in uno stato di afasia. Egli vive questo momento di grande sofferenza con l’unico desiderio di compiere, fino in fondo, la volontà del Signore. Il 24 marzo del 2011, papa Benedetto accoglie le sue dimissioni per raggiunti limiti di età.

Grazie padre Gioacchino per quanto ci hai donato.

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