Anticorpi per il degrado ambientale e la pandemia

Il messaggio per la Giornata nazionale del Creato. I vescovi italiani chiedono una “transizione ecologica per la cura della vita”
Ambiente inquinato (foto Ansa/Sir)

Anticorpi per il degrado ambientale e la pandemia, è urgente mettere in campo le misure necessarie per debellare questi fenomeni. Lo scrivono i vescovi italiani nel messaggio per la XVI Giornata nazionale per la Custodia del Creato sul tema “Camminare in una vita nuova (Rm 6,4). La transizione ecologica per la cura della vita”.
“Occorre contrastare, presto ed efficacemente, quel degrado socio-ambientale che si intreccia con i drammatici fenomeni pandemici di questi anni”, si legge nel documento diffuso oggi.

La Giornata, in programma il 1° settembre, è stata inserita nel cammino verso la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che avrà per titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

“L’epoca che stiamo vivendo è piena di contraddizioni e di opportunità”, l’esordio del messaggio. “La strada che conduce a Taranto richiede a tutti un supplemento di coinvolgimento perché sia un percorso di Chiesa che intende camminare insieme e con stile sinodale”, scrivono i vescovi.

“Viviamo un cambiamento d’epoca, se davvero sappiamo leggerne i segni dei tempi”, l’analisi della Cei, che esorta ad “una transizione che trasformi in profondità la nostra forma di vita, per realizzare a molti livelli quella conversione ecologica cui invita il VI capitolo dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco”. “Si tratta di riprendere coraggiosamente il cammino, lasciandoci alle spalle una normalità con elementi contraddittori e insostenibili, per ricercare un diverso modo di essere, animato da amore per la terra e per le creature che la abitano”, spiegano i vescovi.

Transizione ecologica

“Nella transizione ecologica, si deve abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli”, spiegano i vescovi italiani. “Il grido della terra e il grido dei poveri ci interpellano”, ammoniscono i vescovi, secondo i quali “la ricchezza che ha generato sprechi e scarti non deve far nascere nostalgie”.

“Tra mentalità vecchie, che mettono in contrapposizione salute, economia, lavoro, ambiente e cultura, e nuove possibilità di tenere connessi questi valori, come anche l’etica della vita e l’etica sociale, abitiamo la stagione della transizione”, l’invito: “Ci attende una gradualità, che tuttavia necessita di scelte precise”.

“La nostra preoccupazione è di avviare processi e non di occupare spazi o di fermarci a rimpiangere un passato pieno di contraddizioni e di ingiustizie”, puntualizza la Chiesa italiana: “Ci impegniamo ad accompagnare e incoraggiare i cambiamenti necessari, a partire dal nostro sguardo contemplativo sulla creazione fino alle nostre scelte quotidiane di vita”. Di qui la necessità di “abbandonare antiche logiche sbagliate”, partendo dalla consapevolezza che “la transizione rimanda a una serie di passaggi e alla capacità di discernimento per capire quali scelte siano opportune. Ci attende un periodo di importanti decisioni. C’è sempre il pericolo di rimpiangere il passato”.

Nuovo patto sociale

In merito alla transizione ecologica, i vescovi aggiungono: “La transizione ecologica presuppone un nuovo patto sociale, anche in Italia”. Un processo che tiene insieme diversi aspetti: sociali ed economici, culturali e istituzionali, individuali e collettivi, ma anche ecumenici e interreligiosi.

Rifiuti in una ex cava di Nocera Inferiore (foto Insieme)

Per realizzare tale obiettivo, propone la Cei, occorre approfondire l’educazione alla responsabilità, per “un nuovo umanesimo che abbracci anche la cura della casa comune, coinvolgendo i molti soggetti impegnati nella sfida educativa”. Di qui la necessità di “ripensare profondamente l’antropologia, superando forme di antropocentrismo esclusivo e autoreferenziale, per riscoprire quel senso di interconnessione che trova espressione nell’ecologia integrale, in cui sono unite l’ecologia umana con l’ecologia ambientale”.

Nello stesso tempo, per i vescovi italiani, è urgente “promuovere una società resiliente e sostenibile dove creazione di valore economico e creazione di lavoro siano perseguite attraverso politiche e strategie attente all’esposizione a rischi ambientali e sanitari”. La transizione ecologica, in altre parole, deve essere una “transizione giusta”, capace di valorizzare le “buone pratiche” che aprono la strada ad una “resilienza trasformativa”.

Attivare il cambiamento

“Il cambiamento si attiva solo se sappiamo costruirlo nella speranza, se sappiamo ricercarlo assieme: Insieme è la parola chiave per costruire il futuro”. Un richiamo sinergico, sinodale, per costruire il bene comune che “diventa bene comune globale perché abbraccia anche la cura della casa comune”. Secondo i vescovi “occorre un discernimento attento per cercare assieme come realizzarlo, in uno stile sinodale che valorizzi a un tempo competenza e partecipazione, che sappia essere attento alle nuove generazioni. Si apra al futuro”.

Il Vesuvio visto dalla spianata dell’ex cava (foto Insieme)

“Il cammino verso la Settimana Sociale di Taranto sia accolto da tutta la Chiesa che è in Italia, perché si rafforzi il suo impegno educativo a far diventare la Laudato si’ la bussola di un servizio alla società e al Paese”, l’appello della Cei in vista dell’appuntamento di ottobre. Per la Chiesa italiana, inoltre, è importante “mantenere viva quell’attenzione ecumenica che ha guidato le Chiese nell’imparare ad ascoltare assieme il grido della terra e il grido dei poveri, secondo l’indicazione di Laudato si’”.

A trent’anni dalla firma della Charta Oecumenica con l’impegno di istituire una Giornata ecumenica dedicata al Creato, i vescovi intendono “rafforzare la natura ecumenica della Giornata del 1° settembre: “Il sostegno delle Chiese e delle Comunità cristiane ai processi avviati aiuti e favorisca nel dialogo le vie della transizione e del rinnovamento. Sarà un’ulteriore ed eloquente prova della fraternità universale a cui tutti sono chiamati a dare testimonianza”.

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