Il Decreto Sostegno prevede un contributo a fondo perduto dal 60 al 20 per cento della diminuzione media del fatturato 2020 rispetto al 2019. I codici ATECO non rappresentano più discriminanti per l’accesso. Spetta ai soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività di: impresa, arte o professione, imprese agricole, enti non commerciali, associazioni, enti religiosi in relazione allo svolgimento di attività commerciali. Non spetta invece a soggetti la cui attività è cessata alla data di entrata in vigore del decreto e ai soggetti che hanno attivato la partita IVA dopo l’entrata in vigore.
Requisiti
Spetta ai soggetti con ricavi 2019 non superiore a 10 milioni di euro e se l’ammontare medio mensile del fatturato 2020 è inferiore almeno del 30% rispetto a quello 2019. Ai soggetti che hanno iniziato l’attività dal 10/01/2019 spetta anche in assenza di tale requisito.
Contributo
Il contributo è pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato 2019: 60 per cento per ricavi non superiori a 100.000 euro; 50 per cento per ricavi da 100.000 a 400.000 euro; 40 per cento per ricavi superiori a 400.000 euro fino a 1 milione di euro; 30 per cento per ricavi superiori a 1 milione fino a 5 milioni di euro; 20 per cento per ricavi superiori a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro.
Il contributo minimo non può essere inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche, a 2.000 euro per le persone giuridiche e non può essere maggiore di 150.000 euro. Il contributo non concorre alla formazione del reddito sia ai fini IRPEF sia IRAP e la novità consiste nella possibilità, a scelta, di ricevere il pagamento sul conto corrente o chiedere la trasformazione in credito di imposta mediante comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.
