Messa Crismale: «Una carezza dello Spirito, per ripartire e continuare il cammino con rinnovato entusiasmo»

«Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?». Questa la domanda, squisitamente evangelica, dalla quale mons. Giuseppe Giudice ha fatto scaturire la sua riflessione nell’omelia della Messa Crismale, celebrata questa mattina nella Cattedrale di San Prisco in Nocera Inferiore.

La Messa Crismale è stata trasmessa in diretta sui canali social della Diocesi, per rivederla basta cliccare qui.

«È la stessa domanda che noi, come gli apostoli, poniamo ogni anno puntualmente al Maestro – ha continuato il Vescovo –. E la risposta, ieri come oggi, non cambia: bisogna entrare nella città e, accompagnati da un uomo con una brocca d’acqua, cercare la grande sala al piano superiore. La Pasqua si celebra sempre nel groviglio della città, tante volte striata di sangue, e nell’intimità della sala alta, in comunione con lui e con la nostra storia, redenta dal suo sangue».

A concelebrare insieme al Pastore della Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno più di 70 sacerdoti, la quasi totalità del clero diocesano. Numerosi i religiosi e sacerdoti di altre nazioni. Presente anche il responsabile della comunità Cattolica ucraina di rito bizantino.

A loro mons. Giudice ha confidato: «Vorremmo che la celebrazione della Messa Crismale, epifania della Chiesa eucaristica locale, diventasse un incoraggiamento, quasi una carezza dello Spirito, per ripartire e continuare il cammino con rinnovato entusiasmo».

Il Vescovo incensa l'altare

Gli olii santi

Nel corso della celebrazione sono stati benedetti e consacrati gli olii santi, distribuiti poi a tutte le parrocchie per l’amministrazione dei sacramenti: l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni e il Santo Crisma.

«Abbiamo bisogno annualmente della Messa Crismale, per fare scorta dell’olio benedetto e consacrato, olio fluente di pace e di perdono, balsamo di misericordia da versare sulle tante ferite nostre e dei fratelli» ha sottolineato mons. Giudice.

Ha ricordato anche due segni che arricchiscono il Crisma: l’essenza del bergamotto, che ogni anno viene donato dalla Chiesa di Locri-Gerace, e un po’ d’olio proveniente dal “Giardino della Memoria” di Capaci, luogo dove nel maggio 1992 venne ucciso il magistrato Giovanni Falcone, insieme alla moglie e agli agenti della scorta.

L’olio degli infermi è stato portato all’altare dalle volontarie della PUACS. L’olio dei catecumeni è stato portato da una famiglia. L’olio del Crisma è stato portato da tre accoliti – Salvatore Capriglione, Emanuele Ruggiero e Claudio Scisciola – dei quali mons. Giudice, al termine della celebrazione, ha annunciato la prossima ordinazione diaconale.

Una preghiera per la Terra Santa

«Con i nostri occhi fissi su di Lui, ancora una volta saliamo a Gerusalemme» ha detto ancora il Vescovo, che non ha fatto mancare un pensiero alla Terra Santa, oggi più che mai bagnata di sangue, e ha anche ringraziato il Santo Padre per la lettera scritta ieri e indirizzata dai cristiani di Terra Santa.

«Saliamo a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, per essere incoraggiati nel nostro ministero presbiterale e ravvivare il sacerdozio battesimale dei nostri fedeli e il sacerdozio ministeriale, entrambi espressione dell’unico e perfetto sacerdozio di Cristo».

Il richiamo al Concilio

Nell’omelia il Vescovo ha anche voluto ricordare il 60esimo anniversario della costituzione conciliare Lumen Gentium. Occasione, questa, per lanciare alla Chiesa diocesana alcune domande di provocazione: «Come si riflette la luce di Cristo, lumen gentium, sul volto della nostra Chiesa? Quali ombre si devono ancora diradare perché risplenda la bellezza del suo volto?».

No a letture parziali della Chiesa

Di qui il forte monito indirizzato ai presbiteri e ai numerosi consacrati e laici presenti nella Cattedrale nocerina: «Far risplendere il volto della Chiesa significa anche non affidarsi in modo superficiale e sprovveduto a qualche lettura parziale, prodotta da quello che definisco magistero giornalistico, che dice sulla Chiesa, ma non sa cos’è la Chiesa, o all’ossessione di certi social che, extra moenia o intra moenia, deturpano il volto della Sposa e, di riflesso, i nostri volti ecclesiali. A noi è chiesto, per formazione e ministero, di essere professionisti di spiritualità ecclesiale, alla scuola dei grandi santi. Perciò è necessario andare alle fonti, leggere i documenti, rimanere in comunione con la mens di Pietro e, in caso di non comprensione, sospendere il giudizio. Se si ama veramente la Chiesa, bisogna fare argine a tutti i profeti di sventura».

Attingere entusiasmo e incoraggiamento

«Attingiamo oggi dalla ricchezza di questa Santa Messa l’entusiasmo necessario e l’incoraggiamento di cui tutti abbiamo bisogno per essere pastori e fedeli profetici in questo nostro tempo. Ritorniamo al cuore eucaristico, sacrificio e mensa pasquale, perché è nel cuore che si scrivono i grandi romanzi della letteratura della vita» ha proseguito mons. Giudice.

Il Pastore ha voluto citare alcuni capolavori della letteratura mondiale, tra cui opere di Dostoevskij, Tolstoj, Hugo e Silone, invitando a riprendere questi testi, per «rileggerli e tradurli, alla luce della Pasqua, nelle umili storie della nostra gente, delle nostre famiglie, comunità religiose, parrocchiali e presbiterali».

Di qui la sfida, singolare ed avvincente: «Illuminati dal cero pasquale, consacrati dall’olio, non possiamo forse produrre una nuova ed aggiornata letteratura di santità, di fede, carità, speranza, di tanti uomini e donne toccati dal Risorto e costruttori della civiltà dell’amore?».

Il nuovo presidente di Azione Cattolica diocesana

Al termine della celebrazione il vescovo Giuseppe ha voluto ricordare le ricorrenze giubilari di alcuni sacerdoti della diocesi: il 50esimo anniversario di Ordinazione di don Flaviano Calenda e il 25esimo di don Antonio Adinolfi e don Romualdo Calcide.

da sinistra: Agostino Orefice, mons. Giuseppe Giudice e don Roberto Farruggio
da sinistra: Agostino Orefice, mons. Giuseppe Giudice e don Roberto Farruggio

Ha poi comunicato la nomina del nuovo presidente dell’Azione Cattolica diocesana. Si tratta di Agostino Orefice, della parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Poggiomarino. Il professionista è scelto fra i tre nomi che il nuovo Consiglio diocesano aveva presentato al presule al termine del percorso assembleare.

La Messa Crismale è stata animata dal coro polifonico San Biagio di San Marzano sul Sarno diretto dal maestro Pietro Russo.

Le celebrazioni del Triduo pasquale proseguono con la Messa in Coena Domini, l’Adorazione della Croce e la Veglia pasquale. Il Vescovo presiederà il Triduo pasquale nella parrocchia San Giovanni Battista in Roccapiemonte. Domenica, invece, presiederà il Pontificale di Pasqua in Cattedrale, alle ore 10.30.

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