Sette anni «sicuramente faticosi», ma che le hanno fatto sperimentare «la bellezza delle relazioni». Così Anna Aprea, presidente uscente di Azione cattolica diocesana, che tra qualche settimana completerà il suo secondo e ultimo mandato che ha coinciso con il periodo pandemico. Un tempo in cui tutti, associazioni laicali comprese, si sono dovute riorganizzare e adeguare.
Il 25 febbraio ci sarà l’atto finale della XVIII assemblea elettiva durante la quale i 232 delegati delle 25 associazioni parrocchiali presenti in Diocesi indicheranno i componenti del nuovo consiglio. L’incontro si terrà nella parrocchia Santa Maria delle Grazie in Angri. Un pomeriggio di lavoro e discernimento che vedrà impegnati la presidente uscente, il vescovo mons. Giuseppe Giudice, la delegata nazionale, Caterina Donato, e quella regionale, Mafalda Maciariello.
Il percorso assembleare è cominciato lo scorso settembre, con una celebrazione nella parrocchia Santa Maria dei Bagni in Scafati. In questi mesi si sono rinnovati i consigli parrocchiali fino alla ratifica dei nuovi presidenti da parte del Vescovo, che ha consegnato le nomine in Cattedrale lo scorso il 14 gennaio.
Il 30 gennaio nella parrocchia San Francesco d’Assisi in Sarno c’è stato l’avvio del percorso con i primi tavoli sinodali e l’analisi della bozza del documento assembleare, approvato il 4 febbraio durante un incontro alla Casa per le aggregazioni laicali “Iuvenescit Ecclesia” di Nocera Inferiore. Durante il pomeriggio di lavori è stata eletta anche la Consulta diocesana dei ragazzi.
La riflessione in tavoli sinodali continuerà il 20 febbraio nella parrocchia San Bartolomeo Apostolo in Nocera Inferiore.
«I tavoli sinodali – ha spiegato Anna Aprea – ci inseriscono nel Cammino compiuto dalla Chiesa. Attraverso il confronto tra i delegati potremo enucleare la nostra idea rispetto a quanto può fare l’Azione Cattolica diocesana a livello sociale e formativo. Poi, il come attuarlo spetta al consiglio nuovo diocesano».
L’Azione Cattolica nazionale, nel documento della traccia per l’itinerario assembleare 2023/2024, ha indirizzato le associazioni territoriali e diocesane affinché l’itinerario assembleare fosse un vero e proprio cantiere di formazione spirituale e di progettazione associativa.
La struttura dell’instrumentum laboris ha voluto aiutare l’associazione a camminare tutti e tutte insieme, articolata in tre punti di partenza e quattro temi.
I tre punti di partenza sono: Parola e discernimento; ascolto e dialogo; missione e generatività. Sono aspetti focali da cui bisogna partire per essere Azione Cattolica. Sono i modi per stare nel mondo e la chiave di lettura di tutto ciò che facciamo o che siamo chiamati a fare.
I quattro temi sono: persone e comunità; comunione e responsabilità; formazione e cultura; spiritualità e sinodalità, le aree di impegno che sentiamo più urgenti oggi. A muovere il lavoro assembleare è stato il discorso di Pietro presso Cornelio (At 10, 34-48). Un episodio che costituisce il modo con il quale i soci devono leggere la realtà, accettare le fatiche e crescere da fedeli discepoli del Signore, testimoni della gioia. Oltre la struttura, ogni associazione parrocchiale e diocesana, poi, ha dato forma ai diversi percorsi assembleari a misura delle varie storie associative, umane e territoriali.
Un lavoro complesso, per gli associati particolarmente sentito perché mette in ascolto favorendo la partecipazione e il dialogo con tutti. I soci considerano il percorso assembleare generativo: non l’interruzione della vita ordinaria o un adempimento formale, ma il tempo intenso per vivere ed essere un’associazione di credenti appassionati del Vangelo e della vita di ciascuna persona.
L’ultimo step è rappresentato dall’incontro del 25 febbraio, a partire dalle ore 15.00. È la tappa finale al termine della quale si voterà il nuovo consiglio diocesano. Entro marzo il nuovo consiglio indicherà una terna di nomi dalla quale mons. Giudice sceglierà il nuovo presidente.
«I tempi sono scanditi anche dai prossimi appuntamenti, ovvero l’assemblea regionale e quella nazionale», ha aggiunto Aprea.
È l’opportunità per trarre un bilancio: «Sono stati sette anni sicuramente faticosi perché nei due consigli ci sono state persone nuove e molti giovani. Ho fatto un po’ la mamma a queste nuove leve». Un senso di accoglienza, accudimento e guida che ha avuto risvolti positivi. «Con me porto la bellezza delle relazioni, degli incontri, di tante piccole cose che ho rivisto negli occhi delle persone incontrate. È stato tutto molto bello, anche nelle difficoltà», ha aggiunto la presidente uscente, originaria della parrocchia San Matteo Apostolo in Nocera Inferiore.
Un pensiero lo ha avuto anche per quanti ha incontrato al di là delle esperienze parrocchiali e diocesane: «L’AC consente di fare tanti incontri, ritrovare tanta gente che è bella e buona. Tutti insieme rendiamo il mondo bello. Aspetti che non sempre fanno notizia. Vorrei tanto che in futuro fosse così», ha auspicato Aprea.
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