Il Vesuvio e il Battistero

Scatti inediti dagli archivi americani ottant’anni dopo l’ultima eruzione vesuviana.
La cupola del Battistero – Sheldon Pennoyer Collection, Department of Art and Archaeology, Princeton University

Ottant’anni fa, il Vesuvio eruttò per l’ultima volta entrando in uno stato di quiescenza che perdura ancora oggi. Solo il monito dello sbuffo delle fumarole ci rammenta che il gigante sta solo riposando. Le scorie e le ceneri espulse dal vulcano raggiunsero anche l’Agro nocerino.

Persone all’interno del Battistero – Sheldon Pennoyer Collection, Department of Art and Archaeology, Princeton University

Il 22 marzo, un nuovo evento traumatico, dopo i disagi patiti dalla guerra, scosse la contrada nocerina di Santa Maria Maggiore.

L’accumulo di lapilli che si era depositato nel corso dei giorni sul tetto della Rotonda causò lo sfondamento delle strutture lignee che rovinarono sulla cupola facendola crollare nella vasca battesimale. E pensare che il suo intradosso era stato restaurato appena un decennio prima, nel 1934, sotto la supervisione dell’architetto Gino Chierici, allora direttore della Regia Soprintendenza dell’Arte medievale e moderna della Campania.

L’episodio ci è stato descritto successivamente dai fratelli Fresa in “Nuceria Alfaterna in Campania”, ma lo studio della documentazione di archivio d’oltre Oceano ha aggiunto nuovi e interessanti tasselli.

Nel 1944, infatti, l’Allied Military Government (AMG) americano aveva assunto da qualche mese l’amministrazione civile del territorio campano liberato dai nazisti. Tra i gruppi di lavoro al seguito dell’AMG vi era anche la Subcommission for Monuments, Fine Arts and Archives (MFFA), la cosiddetta Monuments Men. 

Dopo l’eruzione, per la valutazione e la riparazione dei danni, furono fondamentali proprio gli uomini del MFFA, che lavorando con i tecnici locali si adoperarono per la ricostruzione della cupola sin dal maggio del 1944. 

La cupola del Battistero – Sheldon Pennoyer Collection, Department of Art and Archaeology, Princeton University

A seguito del MFFA vi era anche Albert Pennoyer, storico dell’arte dell’Università di Princeton, dal cui archivio sono state recuperate cinque immagini inedite che mostrano i danni al Battistero causati dall’eruzione. Si notano gli strati di cenere e lapilli sul pavimento della pieve, ma soprattutto l’insolita e suggestiva visione della Rotonda priva della cupola dall’interno dell’edificio e due persone in posa, un’anziana e un bambino, sotto il bassorilievo della Madonna del Carmine trafugato nel 1985.  

Un nuovo particolare che si è aggiunto nella ricostruzione delle vicende storiche di questo monumento e, c’è da starne certi, lo spoglio sistematico degli archivi riserverà ancora tante sorprese. 

David D’Andrea, Gianluca Santangelo

Per saperne di più
D. D’Andrea, La Rotonda di Nocera: quando la cultura resiste alla natura, in R. Ciardiello (a cura di), Il battistero di Santa Maria Maggiore a Nuceria. Un capolavoro dell’architettura paleocristiana in Campania, D’Amato Editore, 2023 (I Titani).

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