Sono stato ospite per alcuni giorni, con mia moglie, di un caro e fraterno amico, fra Michele Floriano, parroco della chiesa di San Giuseppe in Nocera Inferiore. La nostra conoscenza risale ad oltre trentacinque anni fa, quando, ancora novizio, fra Michele era al convento di San Damiano ad Assisi. I sentimenti di stima ed amicizia che ci hanno successivamente legati sono stati per noi anche una preziosa opportunità per un cammino di crescita che ci ha molto arricchiti umanamente e, soprattutto, spiritualmente.
Lo scorso febbraio abbiamo avuto la piacevole opportunità di partecipare al pellegrinaggio parrocchiale, con mete principali la città di Rieti ed il santuario francescano di Greccio, che fra Michele aveva da tempo organizzato. Il mio compito – piacevole – è stato quello di fare da guida artistica ai partecipanti, considerati i miei trascorsi di insegnante di storia dell’arte e di discipline artistiche.
Sull’autobus, occupato in tutti i suoi posti, fra Michele, col suo consueto modo gioioso e coinvolgente, ha chiarito bene in cosa consiste un pellegrinaggio. «Un viaggio – sono le sue parole – si fa con i piedi, con gli occhi e con la mente. Un pellegrinaggio si fa con i piedi, con gli occhi e col cuore. Solo così la bellezza dei luoghi, ai nostri occhi, potrà trasformarsi da stupore in gioia; non una semplice emozione, ma una gioia che alimenta lo spirito».
Da parte mia ho brevemente illustrato l’aspetto storico della città di Rieti, in particolare evidenziando il XIII secolo durante il quale ben cinque papi si sono succeduti in quella città, trasferendovi, seppure per periodi non consecutivi, la sede papale da Roma.
Ho, poi, sottolineato gli aspetti storico-artistici della cattedrale di Santa Maria Assunta, che avremmo visitato, risalente al XII secolo e trasformata al suo interno nei secoli XVII e XVIII. Fra Michele ci ha poi parlato della assidua presenza di frate Francesco nella valle reatina, da lui molto amata, e dei quattro conventi (Poggio Bustone, Fonte Colombo, La Foresta e Greccio) che il suo primo periodo di apostolato ha fatto fiorire.
Arrivati sul sagrato della Cattedrale di Rieti abbiamo incontrato, casualmente, fra Vincenzo che dopo un cordialissimo saluto ed un augurio di buon cammino, ci ha impartito, commosso, la sua benedizione. Da parte mia ho illustrato l’esterno e l’interno (purtroppo in fase di restauro) della cattedrale, in particolare soffermandomi sulle differenze degli stili architettonici caratterizzanti i vari periodi costruttivi. Il viaggio è poi proseguito per il convento di Poggio Bustone, dove era previsto il pranzo al sacco.
Durante il tragitto non abbiamo ignorato che il paese ha dato i natali a Lucio Battisti e l’accenno corale cantato (bene!) di alcune fra le sue più celebri canzoni ci ha allegramente accompagnati alla meta. Il pranzo, consumato in un ambiente caldo ed accogliente, ha evidenziato la fraternità e la condivisione del gruppo. Fra Giuseppe ci ha poi tenuto un’interessante riflessione nella bella chiesa del convento.
L’attesa di giungere a Greccio si è materializzata ben presto ai nostri occhi con l’apparizione suggestiva del convento-santuario abbarbicato, in alto, su uno sperone di roccia. Qui Frate Francesco nel Natale del 1223 scelse di far rivivere le scene della Natività del Signore, istituendo, di fatto, il primo Presepe della storia. Il poderoso complesso architettonico sorge sulla nuda roccia. Nucleo originario del Santuario è la piccola e suggestiva Cappella del Presepio, edificata nel 1228, anno della canonizzazione del Santo e ricavata nella grotta in cui Francesco rappresentò la Natività di Gesù.
Nella bella e moderna Chiesa dell’Immacolata Concezione, edificata nel 1959 per dare più confortevole accoglienza ai pellegrini che sempre più numerosi visitano questo luogo santo, fra Giovanni ci ha intrattenuti col suggestivo racconto del passaggio di Francesco in quei luoghi e dell’istituzione del primo presepe della storia, oggi tradizione estesa a tutto il mondo.
Il viaggio di ritorno ci ha visti un po’ stanchi, ma carichi di bellezza, di quella bellezza che, come dice fra Michele, riempie gli occhi, ma soprattutto il cuore. E col cuore colmo di gioia in serata siamo giunti a Nocera, dinanzi alla chiesa di San Giuseppe, sereni ed arricchiti nello spirito.
Da parte mia e di mia moglie, ospiti e pellegrini, un grande grazie a fra Michele per l’opportunità che ci ha dato e un altrettanto affettuoso grazie a tutti i partecipanti che ci hanno così benevolmente accolti, facendoci sentire totalmente a nostro agio.
Ezio e Vittorina
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- Solidarietà per sostenere l’imprenditoria femminile in Africa
- Adolescenti sempre più miopi. La ricerca della Sun Yat-Sen University
- Medio Oriente: il 6 e 7 ottobre preghiera per la pace nel mondo
- Ritorno alla ferialità: una malinconia condivisa
- Madonna del Rosario: domenica la Supplica a Pompei