Studenti giornalisti per una sera grazie alla rassegna “Pagine Nuove”. Luciana Esposito ha risposto alle domande dei giovani che frequentano il liceo scientifico “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore, accorsi alla presentazione del suo libro dal titolo “Nell’inferno della camorra di Ponticelli – Napolitan”, edito da IOD.
L’appuntamento si è tenuto nell’aula magna “Pasquale Vitulano”. Insieme alla giornalista anticamorra c’erano il sindaco di Nocera Inferiore, Paolo De Maio, e il comandante del reparto territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore, Gianfranco Albanese, accolti dal dirigente scolastico Rosario Pesce.
Una serata moderata dal direttore di Insieme, Salvatore D’Angelo, e impreziosita dalla voce di Pietro Trotta e Maria Morrone, accompagnati alla chitarra da Aldo Mancino.
Esposito ha raccontato del portale d’informazione Napolitan.it fondato nel 2014, delle aggressioni subite, delle continue vessazioni e della difficile redenzione per ampie fette della popolazione. Molti i passaggi che hanno riscosso applausi da parte dei ragazzi. Quando ha raccontato della cronaca di un omicidio di camorra: «Ho avuto il coraggio di scrivere che non si trattava di un duplice agguato di camorra. Ma che furono uccisi un boss e un ragazzo innocente (Ciro Colonna, ndr) presente lì per caso. La mamma del boss mi disse: “La tua penna ha fatto più male della pistola che me lo ha ucciso”. Questa è la consapevolezza che ci deve accompagnare sempre: la penna è l’arma più forte!».
Gli studenti le hanno chiesto perché non lascia Ponticelli: «A volte devo allontanarmi per “cause di forza maggiore”, ma non ho mai pensato di non tornare. Quella è la mia terra. Non sono io che me ne devo andare. Se ne devono andare loro».
E sulle prossime storie da raccontare: «Scriverò di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso a Mergellina colpito da un proiettile vagante esploso durante una rissa tra “bravi ragazzi”. Non accetto più che si dica: “Era al posto sbagliato nel momento sbagliato”. Voi avete il diritto di vivere nelle strade delle vostre città, senza temere nulla».
Il colonnello Albanese ha messo in guardia dalla dispersione scolastica indotta, ovvero dai ragazzi che non vanno a scuola perché sedotti dai compensi delle mafie: «Vi acquistano, diventate schiavi dei clan». L’ufficiale ha elogiato le reti istituzionali e culturali: «Se non ci fosse questa collaborazione continua come stasera, i risultati sarebbero senz’altro inferiori. Ragazzi, il vostro ruolo è fondamentale per evitare la rinascita dei clan. Alla vostra età io parlavo di rivoluzione, oggi vesto l’uniforme. Se farete la rivoluzione culturale, cambiamo la storia a testa alta».
Il dirigente Pesce ha aggiunto: «Anche grazie a occasioni come queste, il liceo è cresciuto tantissimo ed è diventato ancora più un punto di riferimento per la città di Nocera e per l’intera città dell’Agro».
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