La guerra a bambini e anziani

Appare sempre più urgente una riforma complessiva che rimetta al centro i bambini e riporti l’attenzione su una sanità pubblica efficiente.

Il rapporto Istat sugli indicatori demografici, aggiornato al 2022, riporta dati eloquenti. Per la prima volta dall’Unità d’Italia, le nascite nel nostro Paese scendono sotto il numero di 400 mila (esattamente 393.000) mentre resta alta la mortalità, causata anche dai picchi climatici che generano conseguenze negative sulla salute dei più fragili e anziani.

La popolazione complessiva si riduce di 179 mila unità e si assesta a 58.851.000.

La scelta dichiarata di non volere figli incide per un quinto sui dati generali relativi alla denatalità mentre, per il resto, contano altri fattori, tra gli altri l’invecchiamento delle potenziali mamme. È evidente che l’assenza di asilo nido, la mancanza di aiuti economici, la precarietà del lavoro, la bassa occupazione femminile, il ridotto potere d’acquisto degli stipendi conti non poco nelle scelte delle coppie.

Ne deriva che l’Italia – pur nelle differenze tra le diverse aree geografiche – è un Paese sempre più vecchio: la media età è di 46,4 anni contro 45,7 di inizio 2020. Aumenta inoltre l’aspettativa di vita – 80,5 anni per gli uomini e 84,8 per le donne – così come crescono gli ultracentenari: sono 22 mila, triplicati rispetto a venti anni fa.

Appare sempre più urgente una riforma complessiva che rimetta al centro i bambini: detrazioni fiscali più elevate, aumento del numero di asili nido (che in alcuni comuni restano un miraggio), rafforzamento dell’assegno unico, ampliamento dei mesi di maternità obbligatoria, congedi parentali non più pagati al 30% dello stipendio (se un bambino si ammala, per mamma o papà restare a casa diventa un salasso).

Qualcuno ha scritto che la nascita di un bambino ci dice che Dio ha ancora fiducia nell’uomo. È proprio così, ma la fiducia di Dio va meritata creando città-culle accoglienti. A ben vedere il discorso riguarda la vita umana in genere. Pensiamo agli anziani.

Quanto è difficile provvedere alla propria salute se per prenotare una visita medica urgente in una struttura pubblica occorrono anche mesi? Vuoi curarti? Paga.

Di fatto sembra che la nostra sanità – fatte salve le meritevoli eccezioni – sia diventata privata. Viene il sospetto: vuoi vedere che, a furia di progredire, ci siamo dimenticati delle persone e dei loro diritti sacrosanti? Il progresso di una comunità, quello vero, legato alla crescita nei valori, lo si vede da come sono trattati bambini e anziani. Bisogna lavorare su questo. Bisogna lavorare tanto se, come raccontano le cronache di questi giorni, in molti alberghi non si dà ospitalità ai bambini. Fanno rumore e danni, disturbando le solitudini degli adulti con la testa china su un telefono e il cuore sordo alla vita.

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