A ovest di Sarno, a nord dell’Agro Nocerino-Sarnese sorge, in un’oasi di pace, il complesso religioso di Santa Maria della Foce, composto dalla chiesa con l’annesso campanile a torre, dai locali al servizio della parrocchia e dall’antico convento che ospita i frati francescani
La leggenda narra che al tempo stesso in cui Narsete, vecchio generale cristiano, nel 553 stava combattendo i Goti sulle contrapposte sponde del Sarno, ad alcune donne che attingevano l’acqua apparve la Madonna col Bambino. Fu, dunque, tale apparizione, unita alla gloriosa vittoria cristiana, a far costruire il primo tempio dedicato alla Regina delle Vittorie e Madonna di Foce.
L’area ricca di storia è stata da sempre investita da eventi che ne hanno minato la funzionalità: frequenti alluvioni, eruzioni del Vesuvio, sisma. Tutto il complesso sorge nella zona dell’antico tempio pagano dedicato ad Era. Subisce nel tempo diverse trasformazioni tutte vanificate nel 1631 da una delle più disastrose eruzioni del Vesuvio che ebbe come conseguenza l’ennesima distruzione del tempio. La successiva ricostruzione fu molto lunga.
Il tempio venne definitivamente consacrato al culto solo nel 1720 dal vescovo mons. Diego De Pace.
Nel periodo della ricostruzione, il santuario fu affidato ai Frati Minori che lo lasciarono definitivamente nel 1837.
Nel 1866, fu incamerato dal demanio fino all’anno 1981, quando fu venduto all’asta ai Frati Minori della Provincia di Salerno. Nel 1930, la chiesa venne affrescata con motivi e figure francescane da padre Aurelio Balzani, il quale riportò alla luce anche l’antica chiesa di San Guglielmo ed eresse il nuovo campanile alto circa 38 metri. Con il sisma del 1980, l’intero complesso accusò notevoli danni strutturali.
L’attuale chiesa settecentesca presenta una facciata suddivisa in due registri, scandita da paraste lisce, sormontati da un timpano triangolare. Il primo registro presenta il portale d’ingresso, il secondo registro un vano circolare che ospita l’immagine della Vergine della Foce.
A destra della facciata sorge l’imponente torre campanaria, restaurata negli ultimi anni. Ricostruita su modello del campanile di Venezia, aperta su tutti e quattro i lati, presenta nel secondo registro dei rosoni mentre il terzo ospita delle trifore, il tutto incoronato da una guglia con base ottagonale.
L’interno è ad unica navata con cappelle laterali comunicanti, quattro a destra e due a sinistra, che conservano altari in marmo. Il presbiterio, diviso dall’aula liturgica da una balaustra, ospita il maestoso trono di marmo che conserva l’effige della Madonna. La prima cappella è quella di san Guglielmo. Il secondo altare è dedicato alla Madonna delle Grazie.
Segue la cappella, attualmente dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Infine c’è l’altare di sant’Antonio di Padova. Anche qui leggiamo una lapide a destra in latino che canta la gratitudine di Beniamino Pastore al santo per la recuperata guarigione della figlia e per il felice ritorno dalla guerra di altri due figli. Per questo, a sue spese, rifece la cappella nell’anno 1923.
Di notevole interesse è la struttura ipogea, con accesso alla sinistra dell’ingresso, unico resto del complesso medievale; scoperta nel ‘500 e restaurata nel ‘900, conserva la supposta tomba del guerriero Gualtieri da Brienne e alcuni affreschi trecenteschi.
Un piccolo gioiello della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno dove si può vivere profondamente il contatto con Dio sotto lo sguardo della Vergine.
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- Associazione Collaboratori Familiari del Clero: nuovo direttivo diocesano
- La Pro Loco Nocera di Tutti e gli appuntamenti #DiVenerdì
- Sabina Cuneo: le foto della “Festa del ‘99” in mostra a Pagani
- “Sorella sofferenza”: ogni 11 del mese la Messa con gli ammalati alla cappella Luigi e Zelia Martin di Angri
- Don Ciro Galisi festeggia i 35 anni di sacerdozio