Otto secoli con Francesco d’Assisi

Un cammino per la Chiesa e l’umanità
San Francesco d’Assisi rinuncia ai beni terreni, scene del ciclo di affreschi delle storie di san Francesco della Basilica Superiore di Assisi, attribuiti a Giotto – 1292 ca

Il 2023 è un anno importante per la famiglia francescana: aprirà il cammino alle celebrazioni di tappe essenziali, fondanti, della vita e dell’opera di san Francesco d’Assisi

Nel 2023 compiono ottocento anni: l’approvazione da parte del papa Onorio III della Regola Bollata di Francesco per i suoi frati a Fonte Colombo, vicino Rieti; il presepe di Greccio, il 24 dicembre 1223, quando il Santo, per la prima volta nella storia, ideò il presepe vivente. Nel 2024 sarà la volta del dono delle stimmate ricevute dal Serafico Padre sul monte della Verna, vicino Arezzo. Nel 2025 si rifletterà sul tema dell’ecologia integrale come traspare dal Cantico delle Creature, scritto a San Damiano in Assisi. Nel 2026 le celebrazioni culmineranno nel ricordo del transito di Francesco, la pasqua e la sua morte, nel luogo della Porziuncola sempre in Assisi.

Non si tratta di celebrare ricordi della vita di Francesco, quanto di rilevarne la persistente attualità nel contemplare insieme la sua straordinaria esperienza cristiana, che richiama il pensare sul nostro essere Chiesa nel mondo.

Gli ultimi anni di Francesco, infatti, sono quelli più drammatici e anche di sintesi della sua vita. Gli anni in cui si passa dalla fraternitas radicale all’Ordine dei Frati Minori come indica la Regola bollata. Un processo che il Santo di Assisi non ostacola, pur avendo già lasciato la guida dell’Ordine, ma su cui interviene perché rimangano fermi i principi ispiratori: la fraternità, la povertà e la predicazione itinerante.

Di grande attualità è il messaggio francescano, che si vuole rivisitare nel riscoprire un nuovo umanesimo attraverso l’amicizia sociale e la pace. È il principio ispiratore di papa Francesco che nella Fratelli tutti ha redatto il programma di un’amicizia tra tutti e con tutto il Creato. Un aspetto non secondario è quello di una pausa contemplativa per un mondo che corre con una velocità inusitata. La necessità, quindi, di fermarsi e riflettere insieme sull’orientamento di marcia del nostro vivere.

In Greccio, Francesco contempla, attraverso il presepe, la piena umanità del Cristo con la sua povertà, legando uomo e Dio: unisce il dato antropologico al mistero dell’Incarnazione. Anche la riflessione sulle stimmate, nel 2024, oltre che dal punto di vista spirituale, sarà una presa di consapevolezza delle piaghe che affliggono il mondo di oggi: la guerra anzitutto, le pandemie, le calamità naturali. Si scopre così la inevitabile vulnerabilità dell’uomo unita alla sua fragilità, passaggi necessari per arrivare a Dio.

Si apre la grande prospettiva della contemplazione del Creato come traspare dal Cantico delle Creature, nel 2025. Una lettura del Cantico in chiave di una ecologia integrale, che non può più essere un’opzione ma una necessità e che impone a noi un cambio di paradigma.

Il senso della vita e della morte, chiamata «sorella» da Francesco, proprio alla Porziuncola, alla vigilia della sua Pasqua il 3 ottobre 1226, ci riconduce alla stringente attualità di rimuovere tutto quello che ha a che fare con la finitudine umana.

Questo nutrito e articolato programma ci fa capire come il carisma di Francesco sia inesauribile, ben oltre gli ottocento anni trascorsi. Non a caso, già allora, Tommaso da Celano, suo primo biografo, ebbe a definirlo «uomo del mondo futuro».

Padre Vincenzo Calabrese

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