Catechista: una vocazione, non un lavoro

Ecco le novità del Motu Proprio Antiquum ministerium.
Vaticano, 11 maggio 2021. Conferenza Stampa di presentazione della Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” di Papa Francesco Antiquum ministerium con la quale si istituisce il ministero di catechista Mons. Rino Fisichella e Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst

L’11 maggio, con un Motu proprio, papa Francesco ha istituito il ministero laicale del catechista.

di don Vincenzo Buono

Già qualche anno fa il Pontefice aveva parlato della necessità di conferire al catechista una dimensione istituzionale nella Chiesa, affermando chiaramente che questo specifico servizio è una vocazione: “Essere catechista, questa è la vocazione, non lavorare da catechista”.

Tale pronunciamento ha preso forma nella lettera apostolica in forma di Motu proprio dal titolo Antiquum ministerium, diffusa e presentata lo scorso 11 maggio. Con essa papa Francesco ha istituito ufficialmente il ministero laicale del catechista

L’ora dei laici

«È necessario – ha ricordato il Santo Padre – riconoscere la presenza di laici e laiche che, in forza del proprio battesimo, si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi».

«Senza nulla togliere alla missione propria del Vescovo di essere il primo catechista nella sua diocesi insieme al presbiterio che con lui condivide la stessa cura pastorale», né alla «responsabilità peculiare dei genitori riguardo la formazione cristiana dei loro figli»

Il Papa esorta a valorizzare i laici che collaborano al servizio della catechesi, convinto che «lo Spirito Santo chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana».

Lo statuto del catechista

I catechisti, quali uomini e donne di fede profonda e maturità umana, non possono prescindere dal partecipare attivamente alla vita della comunità cristiana e di essere capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna.

Animati dalla preghiera, nutrendo un vero entusiasmo apostolico, desiderosi di collaborare fedelmente con sacerdoti e diaconi, nonché formati dal punto di vista biblico, teologico, pastorale e pedagogico, sono chiamati a porsi, nel proprio contesto ecclesiale, al servizio pastorale della trasmissione della fede.

Si sottolineano, in tal maniera, i tratti distintivi della Chiesa, a cui è chiesto di testimoniare la propria fede vivendo la specifica ministerialità come un dono da restituire nel servizio ai fratelli.

Ora la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti pubblicherà un apposito Rito di istituzione e le Conferenze episcopali dovranno rendere fattivo il ministero di catechista stabilendo l’iter formativo e i criteri normativi necessari per accedervi, in modo coerente e conforme al Motu proprio.

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