Gli abbracci

Gli abbracci sono stati i grandi assenti in queste festività appena trascorse. La pandemia ci ha privato del rapporto fisico. Ne eravamo consapevoli da mesi. A Natale, a Capodanno si è sentito ancora di più.

Quanto avremmo voluto stringere a noi qualcuno! È stato un tema ricorrente anche sui giornali, nelle interviste in radio o in tv, sui social. Orfani di abbracci.

Avremmo voluto donarli a quelle famiglie che hanno perso qualcuno in questo 2020 appena trascorso. Per loro non è stato possibile salutare il papà, la mamma, un figlio, la moglie o il marito portato via dal Covid-19. A noi non è stato concesso consolarli in un momento di grande sconforto e smarrimento.

Un abbraccio agli anziani che, dove non è stato possibile organizzarsi diversamente, hanno vissuto le feste in una solitudine ancora più profonda.

Fortunatamente in alcune residenze sanitarie assistite hanno introdotto la stanza degli abbracci, consentendo di riprendere contatto con un nonnino seppur separati da un lenzuolo di plastica.

Un abbraccio ai bambini. Quanto stanno soffrendo e patendo la crisi sanitaria, celata a forza dietro i loro innati sorrisi. In Campania stiamo pagando il prezzo più alto. A differenza della stragrande maggioranza dei Paesi europei, qui le istituzioni locali hanno deciso di privarli anche della scuola.

Abbracciamo con rinnovato vigore gli ultimi degli ultimi. I poveri materialmente e spiritualmente. Le vittime della cultura dello scarto. Gli immigrati.

I senzatetto. I disabili lasciati soli. I bambini senza una famiglia. In questo tempo la Caritas ha contribuito a rendere meno dura una vita già provata da numerose fatiche. I volontari delle associazioni cattoliche e laiche hanno donato un sorriso, seppur celato da una mascherina.

Un abbraccio a tutti i sacerdoti, ai consacrati e alle consacrate, che hanno continuato a predicare e a vivere la speranza, dando il buon esempio nel rispetto delle norme anti contagio. Anche con originali intuizioni.

Non abbracciamo, invece, perché rischiamo di essere contagiati non solo dal Covid ma pure dal loro egoismo, coloro che hanno provato e provano a far finta di niente, mettendo a rischio la loro e la nostra salute. Altro che rispetto della vita. Lo vediamo anche in questi giorni, con l’avvio della campagna vaccinale. Il dubbio, l’incertezza, la preoccupazione sono legittimi. La denigrazione, la falsità, l’offesa non lo sono.

Il 2021 inizia sotto una buona stella, quella di Maria. Come Lei diciamo Eccomi. Con fede accogliamo il nuovo anno e affidiamolo a Lui. Ricordiamo che seppur orfani di abbracci, a Natale abbiamo ricevuto l’Abbraccio di Dio che si è fatto bambino per dirci che gli stiamo a cuore. Con questa certezza non possiamo che muovere con fiducia i primi passi in questo 2021 che ci auguriamo sia di vita e di rinascita.

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