Piano ospedali, le prospettive per rilanciare la sanità nell’Agro

Sindaci e Cgil a confronto. Una struttura per il Dea e la riconversione degli altri plessi.
L’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore – foto Salvatore Alfano/Insieme

Prima il riconoscimento del Dea di II livello per gli ospedali dell’area Nord della provincia di Salerno e, in prospettiva, la realizzazione di un nuovo Umberto I lungo la statale 18 che possa accogliere tutte le specialità che qualificano organizzazioni sanitarie di questo livello.

Sono i punti cardine dell’articolato documento preparato e sottoscritto dalla segreteria provinciale della Cgil, dalla Cgil Funzione pubblica e dai sindaci di 13 comuni dell’Agro nocerino sarnese: Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Sant’Egidio del Monte Albino, Scafati, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Sarno, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Pagani, Roccapiemonte e Siano.

Ai lavori propedeutici ha preso parte anche fra Massimo Pepe, responsabile della Pastorale della Salute della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Una presenza sollecitata dalle istituzioni locali dopo gli interventi del vescovo mons. Giuseppe Giudice in tema di sanità e infrastrutture.

Dieci punti su cui sindacati e istituzioni territoriali chiedono il confronto alla Regione Campania. Il documento è stato inviato al presidente Vincenzo De Luca, al presidente della commissione Sanità Vincenzo Alaia, al direttore generale dell’Asl Salerno, Mario Iervolino. Si arriva alla richiesta di un nuovo ospedale in quanto, escluso il Martiri del Villa Malta di Sarno realizzato dopo la frana del 1998, i presidi di riferimento sono stati progettati basandosi su una vecchia concezione dell’assistenza ospedaliera.

«C’è necessità – si legge nel documento – di pensare un “nuovo plesso ospedaliero” capace di raccogliere tutte le specialità del Dea di II livello, da istituire, e che sia conforme alle nuove linee di indirizzo di “Edilizia Sanitaria” rielaborato dopo la crisi pandemica da Covid-19».

Un edificio realizzato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In questa riorganizzazione gli ospedali di Pagani e Scafati conserverebbero le attribuzioni attuali, mentre il vecchio Umberto I potrebbe essere riconvertito in struttura a carattere territoriale. Sarno, invece, potrebbe avere funzioni di spoke rispetto all’hub di Nocera Inferiore. Contestualmente andrà riformata la gestione dell’assistenza territoriale.

In merito al Dea, si contempla anche «una unica strutturazione sul profilo di un DEA di secondo livello di tutti e quattro i presidii ospedalieri dell’Agro», dove l’Umberto I resta centrale. Il numero degli abitanti non sarebbe un problema.

«È storicamente documentabile che detto presidio (l’ospedale di Nocera Inferiore, ndr) ha dato in questi anni assistenza ai territori limitrofi. Se si somma questa utenza a quella storica dell’Agro anche il limite dei 600.000 è compensato».

I fondi

Il documento fa anche riferimento ai fondi a disposizione, evidenziando i pochi investimenti per le strutture della valle del Sarno.

L’impegno complessivo tra Stato e Regione è stimato in oltre 1 miliardo e 83 milioni di euro, un accordo di programma che per l’Agro prevede investimenti per soli 24 milioni di euro «pari al 2,01% dell’investimento complessivo». Per le istituzioni locali e i rappresentanti dei lavoratori c’è molto da rivedere. L’auspicio è che la Regione accordi finalmente un incontro ufficiale.

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