Su e giù per le antiche scale: viaggi tra i santuari

Un gran tour per fare rivivere, nella memoria e nel cuore, sentimenti e devozione, fede e folklore, usi e tradizioni delle nostre popolazioni attraverso la devozione ai nostri santuari.
Santuario della Madonna dei Miracoli a Montalbino, Nocera Inferiore

Si sa che un tempo i matrimoni fossero combinati, e per diverse ragioni. Il nostro discorso vuole sottolineare, in questo excursus sui luoghi santi del nostro territorio diocesano, la spontaneità con cui la devozione si è radicata, elevando chiese e cappelle, santuari e romitori.

Sarà una specie di gran tour che vuole fare rivivere, nella memoria e nel cuore, sentimenti e devozione, fede e folklore, usi e tradizioni delle nostre popolazioni.

Passando da leggende ad eventi prodigiosi, da scelte di singoli individui a decisioni popolari che hanno messo radici e che, attraverso i secoli, danno ancora frutti gustosi e saporiti.

Noi moderni non dimentichiamo le spalle dei nostri antenati su cui, ergendoci, possiamo ancora con fiducia guardare avanti.

Nocera Superiore

Partiamo dal Battistero paleocristiano di Nuceria che gli archeologi datano al VI secolo e che sta vivendo proprio in questo periodo una rinascita culturale e spirituale.

C’è solo da restare affascinati di fronte a quel carosello di colonne, a quella vasca ottagonale, agli affreschi giotteschi che fanno valutare il nostro tempio come uno dei migliori capolavori in Europa.

Santuario di Materdomini in Nocera Superiore

Poco distante la Madonna di Materdomini col suo santuario barocco, il convento dei Frati francescani e la splendida icona, il cui ritrovamento ha dato luogo alla Caramarì ed alla successiva festa di mezzo agosto, unica nel suo genere.

Nocera Inferiore

Saliamo alla Cattedrale nocerina, cuore pulsante della Diocesi con il fondatore san Prisco.

Madonna d’Alba di Raffaello

Con il suo borgo Vescovado e il complesso abitativo ed architettonico del Palazzo vescovile, cui si accede non senza aver dato uno sguardo al reperto termale, la vasca, che la fantasia popolare fa venire da Roma, con le famose vaccarelle, segno tangibile dell’innocenza di Prisco.

Ma non dimentichiamo di alzare gli occhi al luminoso Paradiso dei Solimena, nel cappellone attiguo e perderci in quello splendore evanescente di angeli, santi e Trinità compresa.

Bisogna fare un po’ di salita per ascendere alle falde del Montalbino e sperderci in una rimembranza antica e fissare per un attimo un tondo spettacolare, la Madonna d’Alba di Raffaello, che ora si può ammirare solo in un museo americano.

Erano i tempi difficili del sacco di Roma del 1527. Giovan Battista Castaldo, generale nocerino, permise di avere questi capolavori, alcuni conservati, altri purtroppo perduti.

Pagani

Spostiamoci nella vicina Pagani. Una grande statua di sant’Alfonso Maria de Liguori ci accoglie nella piazza antistante la Basilica segnata, come il pignone di una meridiana, da una colonna che ricorda la visita del papa Pio IX nel 1849; non dimentichiamo anche la storica visita di Giovanni Paolo II, nel 1990, per sostare davanti alle spoglie del Fondatore dei Redentoristi.

Basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori, Pagani

Effettivamente è lo stesso sant’Alfonso ad attendere con i confratelli il passaggio della processione della Madonna del Carmelo, conosciuta come Madonna delle Galline.

Lui, umile fedele ed amante di Maria, offre due gallinelle infiocchettate. Anche Paolo VI sorrideva compiaciuto di fronte a questo strano titolo della Vergine. Il tempio che ne custodisce l’icona e la statua è un capolavoro d’arte barocca, con una facciata scenografica eccezionale.

Sarno

Andiamo a Sarno e ci inerpichiamo sulla parte alta del costone del monte Saro dove gli antenati hanno costruito la più antica chiesa del territorio, San Matteo Apostolo, per accogliere le reliquie del Santo evangelista.

Interno del santuario di Maria Santissima delle Tre Corone (foto di Salvatore Alfano)

Ne vale la pena per godere di un panorama unico che abbraccia il golfo di Napoli. E di notte sembra di danzare tra le stelle di san Lorenzo, tanto il cielo lambisce quella terra benedetta e ferace, la Campania felix, dove i prodotti dei campi abbondano.

Scendiamo nell’abitato denso e popoloso. La devozione si tocca con mano. Non solo di una corona, ma di ben tre corone, si adorna la piccola e preziosa tela mariana che un pittore importante, Paolo de Majo, donò alla parrocchia.

E che dire della solenne processione del meraviglioso manufatto ligneo di Gaetano Patalano, l’Immacolata, che coinvolge tutte le energie del territorio?

Angri

Allontaniamoci ad Angri, per una sosta più che obbligata nella collegiata di San Giovanni Battista dove, a profusione, sono a disposizione del turista, del cultore d’arte, del fedele, molteplici tesori da incantare. Dal polittico indescrivibile, alle tele di Angelo Solimena, al soffitto dorato, alla facciata in bugnato, con un portale di finissimo gusto rinascimentale, al vetusto busto di legno del Santo Protettore.

Scafati

Andiamo un po’ più avanti, sconfinando in zona scafatese, dove troviamo la Madonna dei Bagni.

Santuario Madonna dei Bagni a Scafati

Folclore e fede si intrecciano in questa comunità che si ritrova guarita, come narrano gli affreschi della cupola di Giancarlo Pignataro, da una malattia di pelle bagnandosi in una palude come i maialini domestici.

Ed il popolo ricorda e ripropone i famosi carrettoni, che gli acquerelli e le gouaches della scuola di Posillipo hanno dipinto, con animali e paesani vestiti a festa, in un carosello ibrido di litanie e di lazzi.

Zigzagando torniamo a Sarno, nella parte alta, Episcopio. È la zona residenziale con magnifici palazzi e le scalinate interne che occhieggiano da archi maliziosi.

Non poteva trovare altra collocazione la cattedrale (oggi concattedrale) di San Michele Arcangelo, le cui ali coprono in protezione la città non solo dalla nicchia centrale della facciata, datata 1627, ma dalle numerose effigi che lo ritraggono, in primis la tela solimenesca dello scenografico retablo dell’altare maggiore. E per chi volesse ancora volare e rimanere tra le nuvole ecco gli affreschi e le tele che decorano il cassettonato in un trionfo di putti sei-settecenteschi. Un vero e proprio trattato teologico di angelologia.

L’altare della Concattedrale con la raffigurazione di San Michele Arcangelo

Rimaniamo tra le onde limpide di un fiume, il Sarno, una volta navigabile, antica divinità locale i cui prodotti ittici, come i gamberetti, erano la delizia dei signorotti e dei nobili prelati.

Ora rimane la Santa Maria della Foce, col suo doppio santuario che conserva nell’ipogeo traccia del passaggio di Francesco d’Assisi al seguito di Gualtiero di Brienne (evanescenti lacerti di affreschi ne evidenziano la sepoltura), e l’accorsata festa dell’Assunta agostana.

Ritorniamo a Pagani, dove la devozione moderna ha recuperato un’antica struttura claustrale del 600, il monastero di Santa Maria della Purità, facendone un centro di spiritualità e di carità: il santuario del Santo Bambino di Praga, affidato ad associazioni laiche che ne propagano il culto. 

Roccapiemonte

Ma vogliamo ancora una volta risalire la montagna per un’ultima sosta in un santuario rupestre, sul costone del monte Caruso che volge verso Cava de’ Tirreni: Santa Maria di Loreto (o Laureto) che la versione popolare chiama ‘do rito! Un attimo di pausa in una domenica assolata di maggio, una scampagnata con gli amici, tra un vinello frizzante e una frittata di maccheroni, mentre tamburelli e nacchere ne sottolineano la bontà. Davvero Mens sana in corpore sano.

Abbiamo fatto una sorta di viaggio di nozze, accompagnando, come pudichi pronubi, le sette spose nei rispettivi santuari. Noi, posteri ed epigoni di migliaia di generazioni passate, siamo i frutti benedetti di tanti seni beati. Altro «Che questo matrimonio non s’ha da fare!”».

Don Natalino Gentile

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