Sergio Di Fenza e i record del Martiri di Villa Malta

I record del Gruppo Operativo Interdisciplinare di Endoscopia operativa del tratto gastro-intestinale. Tra diagnosi di neoplasie e nuove tecnologie a servizio del territorio.
Sergio Di Fenza

Sergio Di Fenza è il volto e l’anima del Gruppo Operativo Interdisciplinare (G.O.I.) di Endoscopia operativa del tratto gastro-intestinale del “Martiri di Villa Malta” di Sarno. La struttura cammina sulle sue gambe. Svolge attività ambulatoriale, in elezione ed urgenza.

Si tratta dal “semplice” reflusso, alle malattie croniche come il Morbo di Crohn e la rettocolite, fino alle neoplasie del tratto gastrico, del colon-retto e delle vie biliari. 

I record raggiunti dalla metà del 2020, anno in cui è stato attivato il servizio, portano tutti la sua firma. Un risultato ottenuto grazie al sostegno dei dirigenti dell’Asl Salerno e del presidio ospedaliero sarnese, che hanno creduto nella competenza e nella professionalità del cinquantaquattrenne gastroenterologo napoletano.

Lo abbiamo incontrato qualche settimana fa, di pomeriggio, tra un esame e l’altro, supportato dalla sua squadra di operatori sanitari. Un lavoro, il suo, che diventa eccellente perché si svolge in maniera sincronizzata. «Le richieste sono tante e noi proviamo ad andare incontro a tutte, avendo come obiettivo la riduzione delle liste di attesa», dichiara.

Nella sua unità si contano migliaia di esami e prestazioni all’anno tra colonscopie, gastroscopie, coledocoscopie, Ercp (colangio-pancreatografia endoscopica retrograda), manometrie e breath test. A disposizione del team sanitario c’è pure la video-capsula ed una modernissima colonna endoscopica che si avvale dell’ausilio dell’intelligenza artificiale.

La video-capsula ha la grandezza di una pasticca di antibiotico ed ha una funzione diagnostica. Si utilizza quando bisogna individuare eventuali criticità in punti dell’intestino tenue, più difficili da raggiungere con le sonde, o anche in caso di emorragie in corso. Gli endoscopi tradizionali, invece, hanno sia una funzione diagnostica, ma anche interventistica. Infatti, nel caso fosse riscontrata la presenza di un polipo, lo si può contestualmente rimuovere per farlo analizzare. Le apparecchiature in dotazione al G.O.I. sarnese per la gastroscopia sono abilitate all’esame trans-nasale, bypassando così il passaggio dalla bocca.

Ospedale Martiri di Villa Malta, Sarno
Gli esterni dell’ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno

La colonna che si avvale della AI, invece, consente di potenziare gli esami grazie ad alert visivi e sonori che riconoscono le lesioni. È come se ci fosse un occhio in più che valuta il tratto gastro-intestinale tenendo presenti per la diagnostica i parametri costantemente aggiornati dati dalla tecnologia. 

Il connubio Di Fenza-Endoscopia operativa è un valore aggiunto per il Martiri del Villa Malta. Ne sono consapevoli i vertici aziendali e l’intera collettività che si rivolge alla struttura di via Sarno-Striano. Un gruppo che ha una credibilità e un nome attrattivo, confutato dai successi raggiunti.

Hanno avuto un grosso risalto mediatico l’estrazione di una gomma per cancellare e di una monetina da due bambini che avevano ingoiato accidentalmente i due corpi estranei. Ma anche altri interventi salvavita su pazienti anziani con emorragie interne, che hanno destato meno scalpore. «Questo è il motivo per cui si parla del mio gruppo. Un sostegno che ci dà forza e rappresenta un presidio importante per la comunità», afferma il medico.

«Se non si ha una persona sul luogo che può fare un controllo al paziente emorragico – riflette il dottor Di Fenza – bisogna trasferire. Quindi, i tempi si allungano, la situazione clinica si aggrava e il paziente può morire. Per questo è importante avere una presenza del genere sul territorio».

Screening oncologico

All’impegno per le urgenze e la diagnostica/interventistica elettiva si aggiunge il servizio di screening oncologico. La divisione specialistica rientra nella rete dello screening per il tumore del colon-retto. Nel 2023 sono state effettuate circa 500 colonscopie e nel 15% dei casi è stato diagnosticato un carcinoma. «Riusciamo a garantire un alto numero di controlli, con una lista di attesa quasi esaurita. Procediamo alla colonscopia dopo la verifica del sangue occulto nelle feci», spiega lo specialista. 

Una neoplasia, quella del colon-retto, non colpisce solo dai 50 anni in poi, ovvero la fascia di popolazione interessata dallo screening. La soglia anagrafica tende a scendere.

I più giovani arrivano per un reflusso, ma poi scoprono di avere problemi molto più seri: «Il reflusso è più un sintomo per tumori esofagei e gastrici. C’è bisogno di avere un’accuratezza diagnostica. Il reflusso, talvolta derubricato banalmente, se non è valutato con endoscopia, nel caso di infiammazione cronica può dare una displasia, che potrebbe essere una lesione precancerosa. Lo stomaco è forse anche più insidioso del colon. Questo aspetto viene molto sottostimato, purtroppo. Il tumore al colon-retto è anch’esso in crescita, un fenomeno legato agli stili di vita, all’ambiente, all’alimentazione».

I numeri alti però non sempre devono spaventare: «Più precoce è la diagnosi e più facile è guarire da una malattia. Se riusciamo a rinvenire un polipo di un centimetro è molto più agevole rimuoverlo, senza dargli tempo per crescere e diventare un tumore».

Qualcosa però deve cambiare sugli screening: «Le linee guida indicano che a 50 anni va fatto l’esame del sangue occulto. Negli Stati Uniti, invece, si procede direttamente con la colonscopia. Inoltre, in caso di familiarità con questa neoplasia, l’età di verifica si può, anzi, si deve anche abbassare».

Un focus specifico è riservato alle malattie croniche come Chron e rettocolite: «Le cause di sanguinamento nei giovani sono spesso dovute a malattie croniche. Oggi si tratta di malattie che si possono tenere sotto controllo, grazie ai nuovi farmaci, perché c’è sempre il rischio di recidive».

A chi le dice che lei è un’eccellenza, cosa risponde? «L’eccellenza è rappresentata da colui che può seguire il paziente dall’inizio alla fine. Se, invece, devo prendere il paziente e mandarlo altrove non si è vera eccellenza. Mi auguro di poterlo fare. Credo che quest’ospedale sia necessario per un’area geografica importante e, quindi, auspico venga implementato con nuovo personale per soddisfare le esigenze del territorio».

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