Dal 24 al 27 agosto ha avuto luogo a Castel Gandolfo il Convegno delle presidenze diocesane dell’Azione Cattolica Italiana, dal titolo “La Chiesa che sogniamo”. Un weekend in cui l’Azione Cattolica ha provato a riflettere su quali cambiamenti ecclesiali e sociali stanno caratterizzando il nostro tempo e in che modo i laici di AC possono continuare a portare frutto nella vita delle comunità ecclesiali e delle città.
Presente a Castel Gandolfo anche una significativa delegazione dell’Azione Cattolica della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.
Una tappa in cui ci si è fermati a riflettere sui quattro aspetti dell’essere laici di Azione Cattolica nella Chiesa di oggi: la gratitudine al Signore per la nostra esperienza di fede, il radicamento in Cristo e sul territorio, il prendersi cura della Chiesa e dei fratelli, la “generatività”.
Zuppi e Ciotti tra i relatori del convegno
È stata un’occasione per fare esperienza di Chiesa sinodale, in cui abbiamo avuto modo di vivere dei “cantieri sinodali” con una rappresentanza dei nostri Pastori, per ripensare insieme la vita ecclesiale delle nostre diocesi. Nei “cantieri sinodali” abbiamo “impastato” insieme ai vescovi quella malta che ci permetterà di costruire il futuro della Chiesa di oggi.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ci ha detto: «La Chiesa che sogniamo ha bisogno del contributo dell’AC. Un’AC pronta a mettersi in gioco, come ha sempre fatto nel corso della sua storia». Questo ci ha consentito di aprirci a nuove prospettive ecclesiali sapendo leggere i nostri tempi.
L’incontro con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ci ha aiutato a leggere la realtà e il territorio che abitiamo, spingendoci a non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie quotidiane, perché, come ha affermato don Ciotti, «l’ultima mafia è sempre la penultima».
Le conclusioni del presidente Notarstefano
Nel concludere il convegno il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano ha dichiarato: «Sono stati giorni in cui abbiamo riscoperto di essere un’associazione bella, dove bello non vuol dire idealizzare il proprio essere, ma responsabilizzare le energie positive dei tanti giovani, adulti e ragazzi che sanno sognare, che hanno una visione di futuro; un futuro che sa abbracciare e condividere. Una visione che tutti siamo chiamati, a nostra volta, ad accompagnare e sostenere».
«Come Vittorio Bachelet si fece carico del sogno di una AC in grado di “sposare” il suo tempo attraverso un processo di rinnovamento e tante intuizioni – ha continuato il presidente nazionale -, noi oggi siamo chiamati ad abbracciare il nostro tempo e ad amarlo per quello che è, con le sue sofferenze ma anche con la sua voglia di risposte e la sua sete di speranza».
«Andare oltre le sterili analisi»
«Impariamo dunque ad andare oltre le sterilità delle facili quanto spesso inutili analisi fini a sé stesse e immergiamoci nella profondità dei problemi, nella storia delle persone, amandole e amando la concretezza delle loro vite. Il servizio associativo è occasione di accompagnamento delle persone, non lasciandole mai sole. Perché l’AC si costruisce nel cuore e non nelle sacrestie», è stato il monito di Notarstefano.
Ed il presidente ci ha stimolato anche a riflettere sul nostro stile associativo e di cristiani. Dobbiamo avere uno stile alto, dobbiamo vigilare sulla nostra Costituzione, essere in continuo lavoro e rendendosi quotidianamente parte attiva, per ed edificare la res pubblica: «Siamo capaci di sognarlo, o meglio, siamo ancora capaci di farlo insieme?».
Michele Annarumma e Nunzia Di Palma Azione Cattolica diocesana Nocera Inferiore – Sarno
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.