“Caro don Enrico, voglio diventare come te”

Ad Angri la premiazione dei lavori presentati per la seconda edizione del concorso “Un uomo e il suo sogno”.

Don Enrico Smaldone, il fondatore della Città dei Ragazzi di Angri, struttura deputata ad accogliere i ragazzi e gli orfani vittime della povertà e del degrado della II guerra mondiale, per insegnare loro un mestiere e “farne dei cittadini onesti”, è stato indicato ai giovani come un modello da seguire. Era questo l’obiettivo, raggiunto, della II edizione del concorso scolastico “Un uomo e il suo sogno”.

A maggio, nell’auditorium della Cittadella don Enrico Smaldone, la sua Città dei Ragazzi, si è svolta la cerimonia di premiazione, una mattinata di festa che ha visto la partecipazione di rappresentanze di tutti gli ordini e gradi delle scuole cittadine.

Tante le classi e singoli alunni, che assistiti da docenti appassionati, hanno partecipato con entusiasmo a questa seconda edizione del concorso.

 «Tutte le categorie proposte – la produzione di DVD, la composizione di un testo per musica rap, lettere, disegni e cartelloni – ci hanno dato “filo da torcere” per visionarli, valutarli, trarne un commento, una riflessione» hanno dichiarato i coordinatori della commissione Immacolata Cristina Barbella, Ida Toscano, Maria Pia Cellerino e Michele Pontecorvo.

«Tutti ne hanno parlato, molti hanno affermato: «Caro don Enrico, voglio diventare come te. Tu sei un esempio per me, nei momenti tristi mi dai coraggio perché se tu ci sei riuscito, posso farcela anch’io…».

 La partecipazione al concorso ha anche generato l’occasione per tirare fuori dal cassetto della memora tanti ricordi. Alcuni nonni, infatti, hanno raccontato ai nipoti episodi della vita di don Enrico a loro noti.

«Il lavoro dei ragazzi ci consente di rendere sempre contemporaneo quel modello di educatore a tutto tondo che fu il servo di Dio Don Enrico Smaldone, capace di offrire dignità e un futuro migliore ai ragazzi che ebbero la fortuna di incontrarlo. Ma non solo un’azione di memoria, perché gli angresi non dimentichino cosa ha compiuto quel pretino di Via Ardinghi che tenace e visionario, affidandosi alla Provvidenza, divenne un modello di vita vero, rispetto ai tanti vacui e materialisti modelli di molti giovani e dei ragazzi di oggi – ha detto il presidente Agostino Ingenito –.  L’autorevole commissione, per la scelta dei lavori da premiare, ha considerato importante l’originalità del lavoro, la correttezza dell’informazione, la fluidità e la ricettività del messaggio».

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