Fatti umile: l’invito di don Enrico Smaldone alla Chiesa

Ieri, nell’80esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, c’è stato infatti il rito di insediamento e la prima sessione pubblica del Tribunale per le Cause dei Santi e il processo sulla vita, le virtù e la fama del Servo di Dio
Un momento della celebrazione per l’insediamento del Tribunale

«Fatti umile», è questo probabilmente l’invito che oggi ci rivolge don Enrico Smaldone. Lo ha detto il vescovo, mons. Giuseppe Giudice, ai presenti nel cortile dell’ex Città dei ragazzi di Angri.

Ieri, nell’80esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, c’è stato infatti il rito di insediamento e la prima sessione pubblica del Tribunale per le Cause dei Santi e il processo sulla vita, le virtù e la fama del Servo di Dio.

«Ottanta anni fa, il 13 luglio 1941, don Enrico fu ordinato sacerdote, senza grande festa perché era morta la sorella. Questa sera – ha detto il Vescovo –, mentre iniziamo questo cammino, facciamo silenzio e ascoltiamo ancora i passi di don Enrico che qui ha consumato la sua vita, donandola alla Chiesa».

L’immaginetta e la preghiera

Sul cammino del Tribunale, mons. Giudice ha ricordato: «Dinanzi al Signore dobbiamo dire e raccogliere la verità sul Servo di Dio, senza voler nascondere le cose difficili. Ma mettendoci faccia e firma nella testimonianza».

Richiamando all’attenzione di don Enrico all’educazione, il vescovo Giuseppe ha aggiunto: «C’è un mondo che educa al “fatti furbo”, lontano dalla semplicità del colombo e scaltrezza del serpente. Noi dobbiamo usare invece l’invito a farci umili. È la proposta del Vangelo. Don Enrico si è fatto umile e si è incamminato sulla strada della semplicità. Questa è la proposta che abbiamo davanti».

Infine, il richiamo alle città: «Nelle nostre città dobbiamo fare posto per i piccoli, i poveri, gli ultimi, produciamo solo immondizia. Don Enrico ha prodotto santità».

La celebrazione di ieri si è caratterizzata per la presenza di decine di persone, molti che hanno conosciuto direttamente o indirettamente il Servo di Dio. In rappresentanza della città di Angri c’era il sindaco Cosimo Ferraioli.

Importante la presenza del Comitato cittadino per don Enrico e della Fraternità di Emmaus. Il movimento di cui è custode don Silvio Longobardi anima la struttura di via Adriana, che è divenuta “Cittadella don Enrico Smaldone”. Davanti a tutti c’è stato il giuramento dei componenti del Tribunale.

Il rito per il servo di Dio Alfonso Russo

Intanto, questa sera ci sarà il rito di insediamento e la prima sessione pubblica del Tribunale per le Cause dei Santi e il processo sulla vita, le virtù e la fama del servo di Dio Alfonso Russo. È stata scelta la data odierna in quanto è la festa di san Camillo de Lellis, ordinato sacerdote nel 1584 e fondatore della «Compagnia dei ministri degli infermi». L’appuntamento è alle ore 20.00 nel cortile del Monastero della Purità di Pagani, sede della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, opera fondata dal cavaliere Russo che ha educato famiglie, giovani e ragazzi al carisma per il mondo della sofferenza.

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