Una vita al servizio dei ragazzi disabili

L’esperienza di Alfonso Beatrice, confermato in rappresentanza dei tecnici nella Giunta Regionale del Comitato Italiano Paralimpico Campania. Riconfermato anche il Presidente, il giornalista Carmine Mellone.

Il Robert Redford moderno è Alfonso Beatrice di Scafati. L’Uomo che sussurrava ai cavalli, che ha fatto dell’equitazione la sua vita e l’ha messa a disposizione in particolare di bambini e ragazzi disabili. Una passione che ha ereditato dal padre Aldo, ex maresciallo dell’esercito e provetto cavaliere, che Alfonso ha trasformato in una terapia, diventata la sua specializzazione, appunto l’ippoterapia

L’ippoterapia

Oltre ad essere tecnico federale di equitazione, Beatrice ha riscontrato un’impostazione terapeutica in chi pratica questa disciplina, a cominciare da soggetti più deboli: «Ho trattato casi anche molto gravi, di ragazzi con disturbi sia fisici che mentali – ha raccontato – ma i risultati che si ottengono sono straordinari e non finiscono di sorprendermi». Perché il contatto con il cavallo infonde fiducia e accresce l’autostima, libera emozioni e sentimenti. Durante l’attività equestre, le funzioni mentali si ampliano e i benefici non riguardano solo il sistema motorio: il rapporto con il cavallo stimola le funzioni intellettive, il pensiero logico e migliora il rapporto con l’ambiente circostante. «Fra i ragazzi e il cavallo si instaura una relazione fatta di vibrazioni – questo il segreto – nella quale non servono parole o sguardi. Molto spesso il parlare o il vedere servono come scudo, come barriera. Ma credo che la comunicazione tattile o sensoriale è quella più reale. Per questi ragazzi lo è».

Riconfermato nel Comitato Italiano Paralimpico Campania

Per l’ennesimo mandato, Alfonso Beatrice è stato confermato, in rappresentanza dei tecnici, nella Giunta Regionale del Comitato Italiano Paralimpico Campania. Il Presidente, anche lui riconfermato, è Carmine Mellone, salernitano, giornalista professionista: «Questa è una famiglia sportiva – ha detto Mellone – che ci vede impegnati sul fronte degli atleti con disabilità. Il progetto è sicuramente avvincente, anche se la pandemia ha fermato il mondo dello sport, come la maggior parte del Paese, da oltre un anno. Una sosta forzata ancora più dura per i nostri atleti».

Il sogno di Tokyo

L’obiettivo è di portare alle Olimpiadi di Tokyo, in programma la prossima estate, un numero di atleti campani maggiore rispetto alla passata edizione di Rio 2016, furono 7. Quattro anni prima a Londra erano 3. L’impegno è tesserarli anche per società campane, dato che le strutture scarseggiano per gli atleti paralimpici. In realtà saremmo indietro anche per la rimozione di barriere architettoniche, ma questa è un’altra storia… Purtroppo non solo di sport.

Danilo Sorrentino

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