L’attesa primavera

Siamo ancora in mare aperto ma le nuvole all’orizzonte sembrano meno dense. È il tempo della rinascita.

Siamo ancora in mare aperto ma le nuvole all’orizzonte sembrano meno dense e più tenue il loro colore che si è mantenuto sul nero per quasi tutto il 2020. È il tempo della rinascita. L’editoriale di Giuseppe Pecorelli.

Genitori Sì-Dad e genitori No-Dad. Professori Sì-Dad e professori No-Dad. Presidi Sì-Dad e presidi No-Dad. La scuola è solo l’ultimo dei grandi terreni di battaglia, nelle immense distese sterminate dei social network dove, senza esclusione di colpi, tra eccessi e violenze verbali, cattiverie e sbornie di narcisismo, si combattono le più aspre disfide.

Cosa è giusta fare?

Che fare? È giusto che i ragazzi continuino a frequentare la scuola a distanza e a non frequentare in presenza per tutelare la salute loro e dei propri cari? O è giusto correre qualche rischio, magari fino al limite del possibile, per tutelare il sacrosanto diritto all’istruzione di tutti, anche di chi non può permettersi connessioni, tablet o la presenza costante dei genitori che devono pur continuare a lavorare?

Non entriamo nella questione ed è giusto che ognuno abbia la sua opinione. La nostra, però, è una democrazia rappresentativa. Si va a elezioni, si vota e si scelgono i propri rappresentanti, a cui spetta il compito, ingrato quanto mai in tempo di pandemia, di prendere le decisioni. Ovvio che, su questioni sanitarie, anche le autorità pubbliche debbano chiedere il parere degli esperti in materia. 

Al bar dello sport

Se invece parlano tutti non si capisce più nulla e sembra di essere al bar dello sport. Quelli di una volta, quando ci s’accapigliava su chi avesse giocato meglio. E, invece, protetti da uno schermo, i sostenitori dell’una o dell’altra fazione s’azzuffano con stoccate e parate, come in una sfida tra schermitori. Quanto livore, quanta rabbia, quanto odio anche per chi neanche conosci. E, aggiungeremmo, quanta furia distruttrice della sintassi, del lessico e della punteggiatura, prova evidente di quanto faccia male il tempo passato a svernare sul web e non su qualche buon classico della letteratura (Delitto e castigo di Dostoevskij, per esempio, c’insegna tra l’altro che tutto si paga, prima o poi).

Il tempo della rinascita

Dicono che il web non rappresenti altro che la società reale e allora cresce il desiderio di rifugiarsi in un eremo isolato sul cucuzzolo di una montagna per avere sempre qualche parola di lode e mai di cattiveria. Intanto il campanile di San Prisco sta sempre lì, fermo e solenne dal 1700. A marzo le giornate si allungano più che a febbraio e la luce del sole si rifrange sulle pietre della cattedrale di Nocera Inferiore quasi fino alle diciotto. Il 21 poi siamo entrati in primavera ed è un’esplosione.

È il tempo della rinascita da sempre così atteso dai contadini dell’Agro fertilissimo. Siamo ancora in mare aperto, le onde sbattono sulla chiglia della nave. Le nuvole all’orizzonte sembrano meno dense, più tenue il loro colore, che si è mantenuto sul nero per quasi tutto il 2020. Così la Quaresima è sì un tempo di digiuno e penitenza, ma anche promessa di Risurrezione

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