Cristo, frumento della vocazione sacerdotale

I seminaristi della Diocesi riuniti in posa in uno dei corridoi del seminario vescovile “Card. A. Ascalesi” di Napoli

Il vescovo Giuseppe, nell’Esortazione Pastorale “Frumento di Cristo, invita ad ammirare con gli occhi spirituali un campo di grano (n.5) per leggere in filigrana tre “misteri d’amore”, che rappresentano un tripode fondamentale per la preparazione al sacerdozio: Eucarestia, Chiesa, Maria.

L’Eucarestia è il cuore della vocazione sacerdotale perché è all’ombra dell’Eucarestia celebrata, adorata e vissuta che noi seminaristi possiamo fare discernimento per comprendere la volontà di Dio per la nostra vita. È nel pane spezzato e condiviso che cresce la comunione tra di noi e l’amore verso il prossimo.

“La Chiesa è l’albergo dove Gesù si prende cura di noi” (n.6), sottolinea il Vescovo, ricordando a tutti che la Chiesa è una madre buona che con premura ci accoglie, ci consola e lenisce le nostre ferite. La Chiesa è “mysterium lunae” che non brilla di luce propria, ma riflette la luce che sfolgora al mattino di Pasqua. È la Chiesa bella, dove ci sentiamo accolti, amati, incoraggiati a fare esperienza del Risorto per donarlo, un domani, a coloro che il Signore vorrà farci incontrare.

Il Vescovo ha affidato alla Vergine il cammino che si apre davanti alla nostra Chiesa (n.20). Al seminarista è richiesto di coltivare una filiale devozione a Maria, perché “è Colei che più di ogni altro ha corrisposto alla Chiamata di Dio” (Pastores dabo vobis,82). Maria è per noi seminaristi una mamma attenta e premurosa che con tenerezza ci prende per mano e con pazienza ci fa comprendere come accogliere Suo Figlio. Ella è modello di ogni Vocazione perché la Sua vita è stata una risposta continua alla Chiamata di Dio ad accogliere e a portare al mondo Gesù.

Emanuele Bifolco

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