Conoscere per scegliere. È uno dei ritornelli che circolano negli ambienti del Parlamento europeo in vista delle elezioni per le quali sono chiamati ai seggi 370 milioni di cittadini nei giorni 6-9 giugno.
Ma quali sono i partiti e i candidati in lizza per i 720 seggi da eurodeputato (76 quelli riservati all’Italia)? Quali i compiti e i poteri dell’Europarlamento? Quali i risultati prodotti dall’Assemblea Ue nel quinquennio che si è chiuso? Quali le sfide che attendono il nuovo emiciclo nel periodo 2024-2029? Ai cittadini, cui spetta il diritto di voto, corrisponde un impegno – un dovere? – di informarsi per giungere preparati all’appuntamento elettorale.
Il Parlamento europeo ha predisposto una serie di pagine on line per fornire elementi conoscitivi.
Le elezioni, si apprende ad esempio, prenderanno il via giovedì 6 giugno nei Paesi Bassi, seguiti dall’Irlanda venerdì 7 giugno e da Lettonia, Malta e Slovacchia sabato 8 giugno. In Repubblica Ceca le urne saranno aperte sia venerdì che sabato, mentre in Italia si voterà nelle giornate di sabato e domenica. I cittadini degli altri 20 paesi dell’Ue (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) voteranno invece domenica 9 giugno.
I primi risultati provvisori saranno pubblicati domenica sera: il giorno successivo dovrebbero giungere i risultati definitivi con la composizione dell’assise, la cui prima sessione plenaria è fissata a Strasburgo dal 16 al 19 luglio.
Anche se le elezioni europee sono organizzate in base alla legislazione nazionale, il diritto dell’Ue – si precisa da Bruxelles – stabilisce alcune disposizioni comuni, come l’obbligo di garantire la rappresentanza proporzionale. La maggior parte dei Paesi è organizzata in un unico collegio elettorale, ma alcuni dividono i loro territori in più circoscrizioni (Belgio, Irlanda, Italia e Polonia). Quanto alle liste elettorali, esistono diversi sistemi nazionali: si passa da liste chiuse (senza alcuna possibilità di modificare l’ordine dei candidati) a liste in cui scegliere tra i candidati mediante preferenze.
Anche l’età minima per votare è fissata dalla legislazione nazionale.
Nella maggior parte degli Stati membri è di 18 anni, ma fanno eccezione Grecia (17 anni) e Belgio, Germania, Malta e Austria (16 anni).
L’età minima per candidarsi va dai 18 ai 25 anni.
I cittadini dell’Ue che vivono in un altro Paese comunitario possono votare dove risiedono per ragioni di studio o di lavoro.
Ulteriori informazioni si possono trovare nei siti dei parlamenti o dei governi nazionali, oppure in questo spazio web predisposto dallo stesso Europarlamento.
Gianni Borsa
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