Al centro “Villa Silvia” di Roccapiemonte la Giornata diocesana del malato

La mattinata è stata caratterizzata dalla Santa Messa e dallo spettacolo teatrale messo in scena dagli ospiti del centro di riabilitazione
Un momento della Santa Messa

Al centro “Villa Silvia” di Roccapiemonte la celebrazione dell’undicesima giornata diocesana del malato.

Un appuntamento di preghiera, ringraziamento e festa per gli ammalati, con gli ammalati e con quanti se ne prendono cura.

La mattinata è stata aperta dalla Santa Messa presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Giudice, concelebrata insieme ad alcuni sacerdoti della Diocesi.

Nell’omelia sono stati ricordati i servi di Dio Russo e Smaldone. «Alfonso è stato un testimone per come ha affrontato e come è stato accanto alla sofferenza, don Enrico per l’impegno educativo», ha detto il Vescovo.

Il Pastore diocesano ha annunciato un convegno nel quarantesimo anniversario della Salvifici doloris.

Sarà «un incontro diocesano per la recezione del documento e per fare sinergia e rete tra tutte le associazioni del settore».

Lo spettacolo degli ospiti di “Villa Silvia”

Dopo i saluti dell’amministratore del centro “Villa Silvia”, Vincenzo De Falco, i presenti si sono recati nel teatro della struttura.

Il gruppo teatrale “Una finestra sul mondo”, composto dagli ospiti e dagli operatori della struttura riabilitativa, hanno messo in scena la pièce inedita dal titolo “Vivere a colori”.

Al termine dello spettacolo, il Vescovo ha sottolineato: «Stamattina abbiamo scartato il talento di questi ragazzi, come si scarta un dono, un regalo».

Il saluto del Vescovo al termine dello spettacolo curato da Antonio Stornaiuolo

La genesi della Giornata diocesana del malato

La Giornata diocesana del malato ricorre nell’anniversario della morte del fondatore della PUACS, il servo di Dio Alfonso Russo, avvenuta undici anni fa il 22 febbraio 2013.

Il tema della giornata è stato quello scelto da papa Francesco per la XXXII Giornata mondiale del malato, che ricorre l’11 febbraio: “Non è bene che l’uomo sia solo – Curare il malato curando le relazioni”.

«La solitudine, che è sempre da combattere, diventa più acuta nel tempo della malattia e della sofferenza; per questo motivo siamo invitati ad investire sempre di più sulla Pastorale sanitaria, formando operatori e volontari, per rispondere al comandamento del Signore, Dio trinitario, che non ama la solitudine», aveva affermato il vescovo Giuseppe nel presentare le celebrazioni di oggi.

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