Parlaci un po’ del tuo percorso nell’AC. Come sei arrivato a ottenere questo incarico?
Sono cresciuto nell’Azione Cattolica, vivendo la vita associativa e quella parrocchiale ho maturato la mia vocazione. Appena ordinato sacerdote sono stato nominato assistente diocesano ACR, dopo tre anni assistente diocesano del Settore Giovani. Durante i 12 anni da assistente Giovani sono stato per due anni anche assistente ACR. Ho concluso la mia esperienza circa 10 anni fa, continuando ad accompagnare l’AC delle parrocchie in cui sono stato parroco. E ora sono stato chiamato dal Vescovo per essere assistente diocesano unitario.
Come hai reagito alla notizia della nomina? Te l’aspettavi?
La mia reazione è stata di grande sorpresa e gioia. È come tornare a casa ma con una responsabilità più grande. Non me lo aspettavo ma nulla accade a caso, se il Vescovo ha pensato a me vuol dire che Dio ha preparato questa chiamata.
Cosa ti aspetti da questo nuovo ruolo? Quale contributo pensi di poter dare?
Mi aspetto un’esperienza ecclesiale intensa, tipica dell’AC. L’assistente diocesano è chiamato ad essere guida spirituale, collegamento tra l’Associazione e il Vescovo, tra l’Associazione e i presbiteri della Diocesi e gli organi diocesani, deve favorire la vita ecclesiale, indicare strade di santità, accompagnare nei cammini vocazionali, costruire la comunione associativa ed ecclesiale. Con l’aiuto di Dio e la vicinanza del Vescovo, mi impegnerò per essere tutto questo per il fruttuoso e prezioso apostolato dell’Azione Cattolica (cfr. Concilio Vaticano II, Decreto Apostolicam Actuositatem n.20), mettendomi accanto a ciascuno dei suoi membri.
Donatella Ferrara e Tiziana Liguori
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