Maria è la colomba che porta a tutti la pace

Monsignor Giuseppe Giudice ha presieduto la Santa Messa della festa per la seconda volta in tempo pandemico. Alla fine della celebrazione ha auspicato «attente ed intelligenti aperture perché questa pandemia non diventi anche una rivoluzione sociale, una grande difficoltà».
La statua della Madonna delle galline

Maria è la colomba che porta a tutti la pace. Monsignor Giuseppe Giudice ha usato questa immagine per augurare a tutti i paganesi, vicini e lontani, una buona festa della Madonna delle Galline.

È la seconda in tempo di pandemia, con ancora una celebrazione a porte chiuse nel santuario di Pagani. I fedeli non possono venire, ha detto il Vescovo, ma «la Vergine come una colomba raggiunge ogni persona e ogni casa per portare il segno della pace».

«Entra in ogni casa, in tutte le case, e porta Gesù. Lei che è la Madre del crocifisso va accanto ai figli crocifissi e sta in piedi», ha proseguito il presule. «Noi possiamo salutarla con la parola bellissima di Elisabetta: “Beata te che hai creduto”. Vorrei che Pagani sentisse questa presenza della Madre che entra in ogni casa dove c’è un bambino appena nato, un bambino che sta giocando, dove c’è un ammalato, dove c’è un sofferente, dove c’è un anziano, dove c’è quel giovane che dice “come faccio senza lavoro”. Entra la Madre e la Madre non ha mai bisogno di bussare, di prenotarsi, di chiedere. Ella viene in mezzo a noi e ci dona la gioia del Risorto».

La Madonna, anche se il Santuario è chiuso e la processione è sospesa, viene comunque dai suoi devoti: entra «nelle case, nei cortili, nei luoghi istituzionali, nelle case religiose, nei luoghi della sofferenza, e dice “È qui, è Risorto”».

Madre di Misericordia

La domenica dopo Pasqua è anche la festa della Divina Misericordia, che monsignor Giudice ha così definito: «Cos’è la Misericordia? È una pioggia non devastante, una pioggerellina che scende in silenzio e viene a vivificare le nostre terre. La Misericordia è una carezza che il signore porta a noi in un momento di sofferenza. La Misericordia è come un bacio, come il bacio della madre, come il bacio dell’innamorato. La Misericordia è come una mano che stringe l’altro e dice: “Non ti preoccupare, non avere paura, non ti scoraggiare perché insieme usciremo anche da questa difficoltà”».

Basta armi

Il Pastore della Chiesa nocerino-sarnese ha continuato: «Maria è la Vergine Bella, viene nei luoghi dove siamo forse rimasti a terra, ci regala le ali perché è la madre speranza». Danza sulle colline della nostra storia, delle nostre povertà. È una madre beata, che richiama alla fede, la fede che vince senza usare armi.

 «La fede vince non con le armi della guerra. Il Papa ce lo sta ricordando continuamente. Nonostante la pandemia noi continuiamo a vendere le armi, a costruirle, noi affiliamo le armi del nostro cuore per fare guerra. Abbiamo bisogno del vaccino della Misericordia, da non fare con l’egoismo di chi dice “l’importante è che mi salvi io”. Ci salviamo tutti perché siamo tutti connessi».

Attraverso di lei il «Risorto viene a noi negli occhi della Vergine che sta girando nelle case di Pagani». Al termine della celebrazione mons. Giudice ha continuato a richiamare alla prudenza e al rispetto dei protocolli. Tuttavia, ha chiesto alla politica di cominciare a studiare misure per la riapertura.

Aperture intelligenti

«Viviamo ancora quest’anno in questa difficoltà, viviamolo con grande responsabilità. Chiediamo però ai nostri politici, a tutti i livelli, di cominciare a pensare attente ed intelligenti aperture perché questa pandemia non diventi anche una rivoluzione sociale, una grande difficoltà. Molte categorie sono in difficoltà. Tutte le attenzioni ai protocolli – come la Chiesa ha fatto e sta facendo – ma dobbiamo incominciare a pensare in modo prudente e intelligente come riaprire le nostre città. Attenzione però, il filo non lo riprendiamo così come lo abbiamo lasciato. Noi speriamo di uscire rinnovati, attenti non più ai contorni ma alla sostanza. Anche questa festa, quando la riprenderemo, io spero che cadano i contorni che non servono e rimanga la sostanza: la fede semplice, vera e profonda ricevuta sulle ginocchia della Madonna, della nostra madre Chiesa e dei nostri genitori».

All’inizio della Santa Messa, il Vescovo ha anche ricordato don Nello Nappo, ad un anno dalla sua morte, avvenuta l’11 aprile 2020.

In rappresentanza della città, alla celebrazione ha preso parte il sindaco Raffaele Maria De Prisco. Presenti in chiesa alcuni confratelli dell’Arciconfraternita della Madonna delle galline presieduta dal priore Pippo Tortora.

All’esterno del Santuario grande dispiegamento delle forze dell’ordine per evitare assembramenti. Servizio d’ordine egregiamente svolto dai carabinieri, dalla polizia di Stato e dai vigili urbani.

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