“Speme è un attender certo
La gloria futura”(Paradiso XXV, 67-68)
Come sempre il Sommo Poeta è folgorante nell’esprimere concetti di alta teologia e vivere il mese di maggio, in questo anno giubilare, può aiutarci a vivere la speranza, avendo come Maestra spirituale la Vergine Maria, O bella mia speranza come cantava il nostro sant’Alfonso Maria de Liguori.
Nel numero 24 della Spes non confundit papa Francesco afferma: «La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In Lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita».
Non è un caso che per le celebrazioni di inizio dell’Anno Santo 2025, il Santo Padre desiderò vivamente che accanto all’altare maggiore della Basilica di San Pietro in Roma fosse esposta la venerabile immagine di Santa Maria della Speranza, proveniente dalla città di Battipaglia, di cui è celeste Patrona. Essa è raffigurata col Bambino Gesù tra le braccia e, affianco alla sua persona, una grande ancora.
L’immagine dell’ancora è suggestiva per comprendere la stabilità e la sicurezza che, in mezzo alle acque agitate della vita, possediamo se ci affidiamo alla potente intercessione della Madonna.
«Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capaci di farci vivere in Cristo, superando il peccato, la paura e la morte» (n. 25).
Il Papa poi continua «non è un caso che la pietà popolare continui a invocare la Vergine Santa come “Stella Maris”, un titolo espressivo della speranza certa che nelle burrascose vicende della vita la Madre di Dio viene in nostro aiuto, ci sorregge e ci invita ad avere fiducia e continuare a sperare» (n. 24).
Possiamo concludere come invita il Sommo Pontefice a considerare il messaggio materno e di speranza che emanano i santuari mariani, di cui è particolarmente ricca anche la nostra amata diocesi. Essi sono stati elevati giustamente a santuari giubilari perché «siano luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per generare speranza… Sono fiducioso che tutti, specialmente quanti soffrono i e sono tribolati, potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa tra le mamme, che mai abbandona i suoi figli, e che per il Santo popolo di Dio è segno di consolazione e di sicura speranza» (n.24).
Col massimo Poeta concludiamo con una invocazione a Maria tra le più suggestive: «Qui se’ a noi meridiana face. Di caritate, è giusto, intra’ mortali, se’ di speranza fontana vivace» (Paradiso XXX, 10-12).
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