Angri: pandemia e vita parrocchiale

Diminuita la presenza dei più piccoli in parrocchia. Il parroco chiede ai genitori di impegnarsi.

È diminuita la presenza dei bambini e dei ragazzi in parrocchia. Tocca ai genitori impregnarsi per accompagnarli all’incontro con Gesù: è l’invito che ci arriva dalla comunità Santa Maria del Carmine e della Santissima Annunziata di Angri.

Questo anno difficile, che porta i segni profondi delle ferite ma anche delle guarigioni, ha lasciato in ciascuno tanta destabilizzazione. La vita parrocchiale è cambiata, noi siamo cambiati… o forse no?

Anche se le parrocchie si sono adeguate con liturgie e incontri comunitari soggetti a cure particolari e prudenza in tutte le cose, anche se in questi mesi è apparso chiaro che è possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme, sembra che il popolo di Dio fatichi a tornare alla partecipazione attiva.

La fatica di tornare ad essere comunità

La paura del contagio ci ha reso più poveri, dobbiamo fare i conti con il distanziamento che ha accresciuto le distanze tra la gente e addirittura fatichiamo a ritornare ad essere comunità che accolgono e nelle quali ci si accoglie. Siamo diventati un popolo più fragile e spaventato.

Abbiamo dimenticato che l’esperienza della sofferenza e la morte non sono l’ultima parola ma sono trasfigurate dalla risurrezione di Gesù. Ed ecco perché, come popolo di Dio, non possiamo ritirarci e aspettare tempi migliori, ma dobbiamo continuare a testimoniare la Resurrezione, camminando con la vita nuova che ci viene proprio dalla speranza cristiana. 

Un invito questo che dobbiamo cogliere soprattutto noi genitori, impegnandoci a dare ragione della speranza che è in noi, per trasmetterla ai nostri figli che hanno vissuto un clima che ha  rallentato ogni percorso di vita e di crescita, mantenendoli bloccati in un limbo mentre erano e sono ancora alla ricerca della loro identità. 

Un’opportunità da cogliere

Questo è il momento per noi genitori di intravedere, nonostante le difficoltà, una possibile rinascita sociale e spirituale per i nostri ragazzi.

Noi genitori dobbiamo testimoniare che l’unico tesoro che non è destinato a perire e che va comunicato alle generazioni future è l’amore, che deriva dalla fede in Gesù.

Ritornare la Domenica a Messa

Purtroppo anche noi, presi dalla paura, abbiamo trascurato questa possibilità e abbiamo smesso di accompagnare i nostri figli in Chiesa anche la Domenica.

Il calo delle presenze, soprattutto alla Messa domenicale da parte dei bambini è un dato che preoccupa i nostri pastori.

L’universo giovanile che durante il lockdown si era dimostrato incuriosito dalla missione dei pastori, adesso fatica a riprendere i contatti con le comunità parrocchiali: “Nei giovani è aumentato il senso di disorientamento e la loro presenza in chiesa si è rarefatta” mi ha fatto notare don Antonio Mancuso, parroco della comunità Santa Maria del Carmine e della SS. Annunziata in Angri.

Purtroppo i sacerdoti da soli non possono fare molto per riportare i bambini e i giovani nelle parrocchie, ci vuole l’intervento di tutto il popolo cristiano. Serve soprattutto l’aiuto di noi genitori che non possiamo dimenticare le parole: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».

Gesù li ama, li cerca: a noi genitori il compito di accompagnarli.

Carmelina Pace

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