Intervista a don Giuseppe Villani

La redazione delle parrocchie Centro Sarno ha intervistato don Giuseppe Villani, che lo scorso 11 settembre ha celebrato nella Collegiata di San Matteo a Sarno.

a cura della redazione parrocchie Centro Sarno

L’11 settembre 2020 abbiamo avuto l’onore e la gioia di avere nella nostra comunità il novello sacerdote don Giuseppe Villani che ha celebrato la sua seconda Messa nella Collegiata di San Matteo Apostolo, Chiesa Madre della città, dopo essersi affidato alla gloriosa Patrona di Sarno, Maria SS. delle Tre Corone, nel suo santuario, e aver offerto l’olio alla lampada del serafico Patrono d’Italia, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi. In questa bellissima intervista, don Giuseppe ci ha permesso di scorgere nella profondità del suo cuore.

Diceva san Giovanni Bosco: “La vocazione sacerdotale è il più grande dono di Dio per un giovane e un grande tesoro per la Chiesa di Gesù Cristo”. Che cosa sta provando in questi primi giorni di ministero?

«Realmente ho vissuto la mia ordinazione sacerdotale come un grande dono da parte di Dio, un regalo immeritato! Questi primi giorni di ministero sono un vero mistero! Tramite le parole e i miei gesti, durante la Santa Messa, il Figlio di Dio in persona lascia il Paradiso e viene sull’altare! L’espressione del Messale che tra tutte più mi affascina mentre celebro l’Eucaristia è appunto: “Mistero della Fede”. Non può essere altrimenti! Mistero della fede, mistero dell’Amore, mistero della vocazione definita da san Giovanni Paolo II dono e mistero».

Quali sentimenti ha provato l’11 settembre, giorno in cui ha celebrato nella nostra comunità?

«È stata una giornata indimenticabile e carica di emozione. Ringrazio il parroco, don Roberto Farruggio, per aver organizzato con semplicità una liturgia molto caratteristica: ho affidato una preghiera alla Madonna, Patrona di Sarno, che è stata incorniciata e lasciata al santuario; ho offerto l’olio per la lampada dinanzi a san Francesco, Patrono d’Italia e ho presieduto la mia seconda Messa Solenne nella Collegiata di San Matteo. I seminaristi, i ministranti, la Schola Cantorum, i tanti volontari e il carissimo don Roberto, a cui debbo tanto, hanno reso quel pomeriggio veramente speciale! Lode a Dio!».

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