Portare Gesù agli altri

Se ben utilizzati e senza improvvisazione, gli strumenti tecnologici possono favorire l’unità. Ne ha dato un esempio luminoso Carlo Acutis, figura di santità giovanile, beatificato sabato scorso.

Si sono spente le luci. Ho segui to il mese di Celebrazioni in onda ogni mattina alle 7 su Tv2000 dal – santuario di Santa Maria Materdomini di Nocera Superiore. È stata una bella esperienza perché mi ha consentito di pregare un po’ in più e di scoprire il dietro le quinte di una produzione televisiva quotidiana in diretta nazionale, e non solo. Quanto lavoro! Ne ha beneficiato lo spirito e il know-how professionale.

È stato molto bello incrociare gli sguardi dei fedeli. Le signore devote alla Vergine: casalinghe, operaie o impiegate che
hanno approfttato della pausa spirituale prima di avviare le faccende di ogni giorno. Tanti uomini, tutt’altro che distanti dalla liturgia. Un papà e una fglia, ogni mattina, seduti vicini all’ultimo banco. Tenerissimi. Le suore, che con il canto hanno accompagnato le Celebrazioni. I sacerdoti, guidati dal vescovo mons. Giuseppe
Giudice, che hanno spezzato la Parola e il Pane per noi.

Tutto questo insieme mi ha restituito il senso di comunità, dell’incontro con Gesù. Un’esperienza favorita dall’accoglienza della comunità religiosa che custodisce la basilica, in primis il guardiano padre Valerio Molinaro. Credo che il clima di raccoglimento e preghiera, la tensione spirituale, fossero percepibili anche da casa. Lo dimostrano le telefonate e le lettere ricevute in questo periodo, da ogni parte d’Italia.

Anziani, ammalati, lavoratori in procinto di “mettere mano all’aratro”. Ringraziavano per avergli fatto conoscere il nostro scrigno mariano e per aver pregato insieme. Se ben utilizzati e senza improvvisazione, gli strumenti tecnologici possono favorire l’unità. La deriva virtuale, che la pandemia ha agevolato anche rispetto ai sacramenti, va arginata ed evitata. Allo stesso tempo non vanno demonizzate le opportunità offerte dalla Rete, che ci fanno raggiungere tante persone anche lontane dai nostri ambienti.

Ce lo ricorda il beato Carlo Acutis, che abbiamo imparato a conoscere meglio da quando papa Francesco lo ha indicato come esempio di santità giovanile nella Esortazione apostolica Christus vivit. «Lui – ha scritto il Santo Padre – ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza». Saper usare, sottolinea il Pontefice.

«Con un computer è riuscito a raggiungere migliaia di persone in tutti e 5 i continenti realizzando una mostra sui miracoli eucaristici che è stata ospitata in tutto il mondo. Attraverso questo percorso, ha cercato di portare agli altri quello che era il centro della sua vita: Gesù», ricorda la mamma Antonia Salzano. Sul numero di Insieme di giugno 2020 gli abbiamo dedicato il Primo piano.

Ha servito il suo amato Signore in una maniera esemplare. «Originali, non fotocopie», amava ripetere. È anche per questo che ha meritato gli onori degli altari. Una testimonianza che dovrebbe essere conosciuta e approfondita nei nostri gruppi.

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