Il Giubileo sacerdotale di Don Giovanni Padovano

“Offrire la propria vita a Gesù”

“Venite dietro a me vi farò pescatori di uomini” (Mt.4,19)

 “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Mt.8,20)

“Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada” (Lc.10,3-4.)

Mi piace partire da queste citazioni di Gesù per descrivere la figura del nostro caro don Giovanni Padovano, missionario redentorista e sacerdote della Diocesi di Nocera-Sarno che lo scorso 30 ottobre ha ringraziato il Signore per il dono del ministero dell’Ordine Sacro ricevuto sessantun’ anni fa.

Nella comunità di san Bartolomeo Apostolo in Corbara si sono stretti attorno a lui, nell’azione di lode il nostro vescovo Giuseppe Giudice, numerosi confratelli, amici, parenti e parrocchiani.

Questo umile pastore affianca ormai da due anni il parroco don Vincenzo Buono nelle celebrazioni liturgiche feriali e festive della comunità.

Figura mite, discreta e tenera per la non giovane età, è entrato quasi in punta di piedi in parrocchia, ma da subito la sua presenza ha emanato una grande forza pastorale per tutti noi.

È stato un seme che il Signore ha gettato sul terreno di Corbara che avrebbe portato molti frutti buoni nel cuore di ognuno di noi.

Pian piano abbiamo imparato a conoscerlo e già il suo essere un po’ schivo, riservato ci ha richiamati a quella compostezza, ritenuta erroneamente antiquata, che tante volte manca nelle nostre chiassose comunità.

Le sue debolezze legate all’età hanno risvegliato in noi la tenerezza, l’attenzione ed il rispetto per la saggezza dei nostri anziani che tante volte sono messi da parte, perché ritenuti non più utili.

Don Giovanni, poi, si è rivelato un tesoro prezioso, soprattutto quando, attraverso i due piccoli libretti che ci ha donato nel giorno del suo anniversario si è mostrato nel suo reale spessore di pastore e missionario. Testi catechistici a tutti gli effetti e per ogni fascia di età.

Ad 11 anni, età della sua vocazione, è stato scelto come dimora del nostro Dio ed ha spalancato, nella semplicità di un fanciullo, le porte di tutto il suo essere perché la gioia che lo pervadeva arrivasse agli altri.

Quanto abbiamo bisogno anche noi di imparare a farci semplici, senza remore per comunicare la letizia del cuore, se veramente abbiamo incontrato il Cristo!

La mediazione degli altri, di chi ci accompagna quasi involontariamente all’incontro personale con Gesù, e che per don Giovanni è stata operata dall’amata nonna e dalla sua famiglia umile, povera, ma timorata di Dio, ci dice che non dobbiamo risparmiarci nella testimonianza della nostra fede in qualunque ambiente siamo chiamati e con chiunque incontriamo, accettando di essere strumenti di cui il Signore si serve per costruire il suo Regno di Amore.

Il superamento delle difficoltà, pur di raggiungere ciò per cui siamo chiamati, i famosi lupi di cui ci parla Gesù, e che per il giovane missionario Giovanni sono stati la terra lontana del Madagascar, diversa per lingua, cultura, condizioni sociali, si può realizzare solo se ci siamo liberati delle nostre comodità, delle nostre certezze e ci siamo messi completamente nelle mani di Colui che tutto può e abbiamo avuto occhi, orecchi e mente solo per Lui.

Quanto possiamo imparare dall’esperienza dell’umile Giovanni missionario, a non confidare nelle apparenti sicurezze che provengono dall’intelligenza umana!

Il Signore è il mio Pastore non manco di nulla” (salmo 22)

Don Giovanni non si è fermato davanti a nulla pur di aiutare le persone che avevano bisogno di tutto nei villaggi a lui affidati. Ha chiesto con coraggio, con la forza che gli proveniva dalla fiducia nel Dio Buono e Provvidente, ed ha ottenuto, perché sopra ogni cosa ha testimoniato in maniera autentica la sua fede.

Niente è più efficace di un esempio di vita vera in Dio.

La sua presenza assidua in parrocchia per la celebrazione della messa, sfidando a volte anche le avverse condizioni climatiche, testimoniano la sua fedeltà a quel Dio che lo chiamò fanciullo, che lo ha accompagnato nel vigore della sua giovinezza e che lo sostiene nella debolezza della vecchiaia.

Quante scuse troviamo per marinare le celebrazioni, a tutte le età!

Insomma don Giovanni è un “pungolo” per tutti noi, ma siamo grati a Dio se ogni tanto ci bacchetta perché non deviamo dalla nostra strada.

Ringraziamo il Buon Dio che ci ha fatto questo grande dono e lo preghiamo perché conservi per ancora tanti anni questo umile servo fedele nella sua vigna di Nocera-Sarno.

Guida Annunziata

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