Ricostruzione

L’editoriale del direttore Salvatore D’Angelo del numero di Insieme di marzo, in distribuzione nelle parrocchie e nelle edicole partner.

L’editoriale del direttore Salvatore D’Angelo del numero di Insieme di marzo, in distribuzione nelle parrocchie e nelle edicole partner.

Il nostro problema sono le apparenze. Stare alla finestra e guardare senza immedesimarsi, senza provare a stare nei panni di chi è chiamato a decidere di un Paese, della Chiesa, di una Istituzione o di una semplice e piccola associazione, è segno di immaturità. A stento, nel migliore dei casi, riusciamo a decidere della nostra vita.

Dare fiducia

Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ufficializzato la lista dei ministri del suo governo ho avuto un sussulto. Poi ho osservato il suo modo di agire, ascoltato il richiamo ad una nuova ricostruzione e ho deciso di fidarmi. Lo abbiamo fatto con ben altri personaggi – in tempi passati e molti recenti –, figurarsi con chi ha dimostrato concretamente di tenere al suo Paese e all’Europa. Non saranno tutti “migliori”, ma non dimentichiamo che «a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».

Il livello locale

Trasliamo il discorso a livello locale. Un rinnovato dialogo tra gli enti territoriali potrebbe essere il punto di partenza. Tramontata l’epoca della concertazione, la frammentazione l’ha fatta da padrone. Qualcosa però si muove. Il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato ha ideato un “Manifesto” per l’Agro per «lanciare – ha detto – una prospettiva per uno sviluppo unitario e da protagonista». Una proposta ambiziosa, che sta muovendo i primi passi e che sembra andare al di là delle casacche politiche e partitiche. Gli obiettivi sono molteplici, non solo economici e di sviluppo produttivo, ma anche di rappresentanza istituzionale e di peso nelle decisioni e nei progetti di rilancio territoriale.

L’impegno della Chiesa

Sarebbe auspicabile, come fu per la stagione del Patto Territoriale dell’Agro, che anche le altre istituzioni e rappresentanze sociali, a partire dalla Chiesa, vengano coinvolte in questo processo. Potrebbero aiutare ad ampliare lo sguardo, aprire altri orizzonti. La comunità ecclesiale potrebbe fornire un punto di vista collettivo, considerato il radicamento extra cittadino. Inoltre, è già consolidata la collaborazione sulle questioni sociali.

Superare la condizione di “cuscinetto”

Se vogliamo emergere come Agro, superando la condizione di cuscinetto tra Napoli e Salerno, dobbiamo sperare che non si guardi a noi solo come bacino elettorale. Sta a noi dimostrare che non siamo agnelli in attesa che i lupi li sbranino. Abbiamo forze giovani e propositive. Abbiamo un territorio con tanti problemi, ma anche dalle mille e più risorse. Una rete produttiva che regge nonostante tutto. Se solo ci fosse stato qualche aiuto in più, se non avessimo sciupato le occasioni che pure ci sono state offerte, oggi sarebbe diverso. Tuttavia, basta rimpianti e si impari dagli errori. Se ci tiriamo indietro, ci resteremo definitivamente.

È tempo di ricostruire, non speculare sulla crisi sanitaria che è diventata economica, sociale, produttiva e chissà quante altre cose. Ripartiamo da qui. L’Agro non sia vittima delle apparenze. Non si faccia ingannare da esse.

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