Suggerimenti pastorali per uscire dalle aule virtuali

Suggerimenti pastorali per uscire dalle aule virtuali: le riflessioni di mons. Giuseppe Giudice nella lettera “Rimessi in cammino dopo la Visita Pastorale”. E le indicazioni dei Vescovi campani contenute nel messaggio “Con prudenza e coraggio creativo”

Suggerimenti pastorali per uscire dalle aule virtuali: le riflessioni di mons. Giuseppe Giudice nella lettera Rimessi in cammino dopo la Visita Pastorale inviata alla diocesi lo scorso 11 febbraio. Un documento che segue quello dei vescovi campani intitolato Con prudenza e coraggio creativo, messaggio diffuso all’indomani della riunione della Conferenza episcopale campana. Indicazioni pratiche, urgenze da affrontare, suggerimenti per la pastorale, chiavi di lettura.

Nel suo documento il pastore della Chiesa in Nocera Inferiore-Sarno utilizza per dieci volte il termine «urge», declinando le urgenze a cui è chiamata la comunità diocesana all’indomani del lungo e arricchente percorso della Visita Pastorale.

Le urgenze

Per mons. Giuseppe Giudice «urge camminare insieme, in una rinnovata sinergia tra i vari membri della comunità ecclesiale» e «valorizzando la Forania»; «urge un respiro e un processo sinodali»; «urge investire nuovamente e di più sulla formazione ecclesiale».

Rispetto a quest’ultimo punto il Vescovo si è accorto che «la formazione di tanti, anche di operatori pastorali, è stantia e non regge più agli urti della vita. E non possiamo accettare, quasi rassegnati, che essa abbia come aule solo l’ambiente dei social». Insomma, suggerimenti pastorali per uscire dalle aule virtuali.

Tutto questo richiede un «tornare alle fonti: Scrittura, Tradizione, Magistero, avendo il coraggio di rivedere i nostri percorsi formativi e pastorali». Così come una non omologazione al «sentito dire che deforma e ruba la nostra identità cristiana».

Sulla spiritualità, il Vescovo sottolinea quanto ne sia urgente una «ecclesiale, prismatica, capace di saper dialogare, in modo intelligente e semplice, con la cultura contemporanea, sempre più lontana da Gesù Cristo e sempre più assetata di Lui; sempre più lontana dal suo Corpo, che è la Chiesa, e sempre alla ricerca di una religiosità da centro commerciale».

Urge ancora rivedere le motivazioni del proprio essere e del proprio agire, «rivedere le nostre agende; i tempi del lavoro e del riposo e avere il coraggio di fermarsi di più ai piedi del Signore». «Urge una rinnovata e variegata pastorale vocazionale-familiare» che parta dalla «testimonianza personale», «urge amare di più la Chiesa».

Temi che mons. Giuseppe Giudice affronterà durante la Quaresima incontrando i parroci della Diocesi, in una sorta di «dinamismo di Ritorno, dopo aver vissuto l’Andata», «per non vanificare la grazia della Visita Pastorale e per non archiviarla».

Con prudenza e coraggio creativo

Nel messaggio “Con prudenza e coraggio creativo”, i vescovi campani provano a dare coraggio «a guardare il futuro con speranza». «La crisi del Covid – scrive nella verità l’episcopato campano – è stata come uno specchio per la Chiesa; essa ha rivelato quel che esisteva già: da una parte, la cura degli altri, il dinamismo, la creatività, ma, dall’altra anche l’inerzia, il ripiegamento su di sé, l’immobilismo davanti a nuove sfide».

Roma, chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli. La Santa Messa con il distanziamento e i protocolli di sicurezza durante la pandemia Covid 19 Corona Virus ( Coronavirus ). La sanificazione delle mani.

In questa “notte” i vescovi riconoscono l’impegno di tanti che «hanno cercato di non perdere i contatti con i fedeli», ma anche la passività di chi non ha «reagito all’immobilismo, magari attendendo che tutto passi. Invitiamo questi ultimi a non assumere un atteggiamento attendista».

In questo caso si corre il «rischio che, con il passare del tempo, il nostro popolo si disaffezioni, si “raffreddi” nell’appartenenza e nella partecipazione alla vita ecclesiale e si isoli sempre di più. Consigliamo, perciò, di riprendere con prudenza e coraggio creativo le attività pastorali. Diciamo no all’“accidia”, che potrebbe far morire il cammino delle nostre comunità».

Le nostre risposte

«In questo tempo molti si aspettano dalla Chiesa che, attraverso la carità, sia vicina alle sofferenze della gente. L’abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Ma, ci chiediamo, la Chiesa è solo questo? Altri, soprattutto le Istituzioni, ci hanno chiesto di supportare l’azione dello Stato e di invitare i fedeli ad essere responsabili e ad adottare le misure di sicurezza. Esortiamo tutti ad esplicitare di più il nostro compito specifico in questa situazione: quello di offrire un supplemento d’anima, offrire un senso, dare un orientamento, indicare una rotta, una luce in questa notte che è scesa su di noi. Chi dona tutto questo è una Persona: Gesù Cristo».

Un cammino comune

Il messaggio non vuole dare indicazioni «concrete uguali per tutti, essendo diverse le situazioni delle nostre Diocesi e delle singole parrocchie», sono offerti dei criteri a cui ispirarsi. Innanzitutto i vescovi esortano «a riprendere i cammini di fede, soprattutto per l’iniziazione cristiana dei ragazzi. Si adotti un sapiente equilibrio tra la forma “in presenza” e la modalità online». Come già indicato anche nei mesi scorsi, si esorta a riprendere la preghiera in famiglia.

Rispetto alle messe, richiamano «la centralità dell’Eucarestia domenicale». «Non possiamo accettare di ritenere che l’Eucarestia rientri tra i beni considerati non necessari, né l’opinione secondo la quale “assistere” alla Messa in televisione sostituisca la partecipazione in presenza. Perciò, esortiamo vivamente i fedeli a partecipare all’Eucarestia domenicale. Esortiamo a non trascurare il sacramento della riconciliazione, l’adorazione eucaristica e la preghiera personale; a tale riguardo, invitiamo vivamente i presbiteri a lasciare aperte le chiese». C’è poi l’attenzione ai malati, alle famiglie colpite dal lutto e dal dolore. I vescovi chiariscono in merito alle esequie: «Si accolgano in chiesa anche i defunti “interessati dal Covid-19”, secondo le recenti disposizioni del Ministero della Salute. Si evitino accuratamente gli assembramenti».

Salvatore D’Angelo

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