La sindrome del nido vuoto

Quando i figli vanno via da casa le dinamiche di coppia subiscono un duro colpo. Che cosa succede in questo caso ai genitori? La nostra psicologa risponde alla domanda di una lettrice.

di Raffaella Marciano

Cari lettori,

questo mese proviamo a rispondere a una domanda di una nostra lettrice: Cosa succede ai genitori quando i figli lasciano il nido?

La vita di un individuo è un continuo passaggio da una fase all’altra dello sviluppo, e l’abbandono del nucleo familiare di origine è una di esse. Questa tappa ha una grande importanza e determina il passaggio dall’essere figlio all’essere individuo a sé stante. Si passa da una tappa all’altra grazie all’azione di spinte interne che hanno lo scopo di soddisfare dei bisogni, come l’esplorazione e l’autonomia che ci permettono di riscoprirci identità diverse rispetto ai nostri genitori, capaci di essere indipendenti e di percorrere il resto del cammino e della vita in modo autonomo come chi ci ha preceduto.

In psicologia è stata osservata quella che viene definita sindrome del nido vuoto, ovvero una reazione di tristezza e sensazione di vuoto che vivono i genitori quando i figli vanno via. Questa è una fase di ridefinizioni di ruoli e confini, interni ed esterni, che vede i membri della famiglia impegnati ad organizzare una nuova esistenza: i figli sperimentano una vita separata dal nucleo di provenienza, dove esperire la propria autonomia; i genitori si ritrovano all’improvviso a non essere più guide ma sostenitori e si riscoprono nuovamente coppia. Senza i figli in casa le dinamiche di coppia subiscono un duro colpo.

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Puoi scrivere alla psicologa alla mail dottoressa.marciano@gmail.com

*psicologa e psicoterapeuta

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