Tornare in classe, la sfida

Scuola e Università: ripartire in sicurezza nonostante i tanti nodi da sciogliere. A colloquio con Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario al Ministero dell’Università e della Ricerca.

di Martina Nacchio

Sottosegretario, quello in partenza sarà un anno segnato dall’incertezza. Quali sono i punti saldi e irremovibili da cui ripartire per il mondo dell’istruzione e dell’università?

Per l’Università come per la scuola il massimo impegno del governo e dei ministeri competenti è di garantire, seppure in condizioni complesse e segnate dall’emergenza, la didattica in presenza. Ovviamente fare questo in sicurezza, a partire dagli adeguati distanziamenti, comporta limitazioni e un forte senso di responsabilità da parte di tutti. Nelle prossime settimane riprenderanno le lezioni negli atenei italiani: come ha indicato il ministro Manfredi, gli accessi alle lezioni saranno disciplinati e vi saranno percorsi separati di entrata e uscita; vi sarà l’obbligo dell’utilizzo della mascherina in aula e gli ambienti saranno sanificati. Inoltre, alcuni corsi saranno inevitabilmente tenuti a distanza, con l’obiettivo di garantire la necessaria continuità didattica in tutti gli atenei.

Il Ministro Manfredi ha detto che “L’università non può prescindere dall’aula in presenza”. Questo cosa comporterà in termini organizzativi, tenendo conto della diversa affluenza nelle aule e della differente strutturazione delle università in Italia?

La didattica in presenza resta l’obiettivo e la sfida prioritaria che guida il nostro lavoro in vista del nuovo anno accademico. Per questo l’accesso alle lezioni sarà limitato al 50% del consueto numero di studenti e gli incontri in presenza saranno integrati con lezioni a distanza. I corsi saranno, inoltre, previsti durante l’intero corso della giornata, in modo da recuperare tempi di lezione e si svolgeranno anche di sabato.

Questa emergenza potrà influenzare il mondo dell’istruzione universitaria a lungo termine? Nuove prospettive della modalità di insegnamento ci aspettano in futuro?

Personalmente sono convinto che anche una situazione particolarmente difficoltosa e impegnativa come quella che stiamo vivendo debba essere colta, per quanto possibile, come un’opportunità e in questo senso, per il mondo universitario e della Ricerca, sarà ad esempio fondamentale la capacità di investire con efficienza, visione e lungimiranza le risorse dei Recovery Fund. Dal punto di vista didattico, per quanto, come detto, abbiamo ben presente il valore imprescindibile della didattica in presenza, certamente l’emergenza attuale ha comportato la necessità di sviluppare e integrare in modo diffuso e strutturato gli strumenti di formazione a distanza che, se utilizzati con il giusto equilibrio, negli ambiti e nei tempi adeguati, rappresentano un’opportunità di innovazione positiva per il nostro sistema universitario e di Ricerca.

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