Caro diario, ti scrivo…
Ti scrivo per continuare a raccontarti un’esperienza che rimarrà impressa a lungo, anzi per sempre, nel cuore e nella mente dei giovani che vi hanno partecipato.
Giornata Mondiale della Gioventù: giorno 6.
Caro diario, ti confido che riassumere il sesto giorno di questa “avventura” dei giovani della diocesi di Nocera-Sarno è relativamente semplice.
Un’immagine può essere collegata a questa giornata, sabato 5 agosto: è l’immagine di un pellegrinaggio. Un enorme, gigantesco pellegrinaggio per le strade di Lisbona fino al Campo da Graça, nel Parque Tejo, una lunghissima spianata costeggiata dall’oceano e attraversata dal Tago, il fiume che bagna la capitale portoghese.
Partiamo al mattino da Mafra per Lisbona. Zaini in spalla, portando con noi sacchi a pelo, materassini, borracce è tutto quanto necessario per trascorrere nel Parque Tejo una lunga giornata e una notte un po’ incerta.
Arrivati a Lisbona, le code sono già molto lunghe. Bisogna camminare tanto. Siamo immersi in una massa variegata, multilingue, multietnica. Ma tutti accomunati da un’unica chiamata: quella del Signore e della sua Chiesa.
Arriviamo nella spianata dopo le 13:30. Molti settori sono già pieni. Noi siamo nel settore C, a metà del parco. Il palco dista all’incirca 500 metri. L’intero Campo da Graça ha una lunghezza di quasi tre chilometri.
Il sole picchia fortissimo. L’abbronzatura è assicurata. Si cerca di sistemarsi alla meglio. Il Campo da Graça ha una superficie quasi desertica: si respira e si mangia polvere. Ma i teli blu forniti dal Servizio per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana sono di grande aiuto.
Si cerca di far passare il tempo cantando, passeggiando, giocando, riposandosi, pregando. Intanto la marea umana continua ad affollare il Parco.
Caro diario, a sera ho fatto una constatazione. Te la riporto. Questo sabato ci sono due oceani a Lisbona: il primo è l’Atlantico, il secondo è quello costituito dal milione e mezzo di giovani giunti in Portogallo dai cinque continenti per la Giornata Mondiale della Gioventù. Sì, l’oceano della gioventù.
Poco dopo le 20:00 arriva papa Francesco, compie alcuni giri in papamobile nei primi settori. Percorrere l’intera spianta richiederebbe delle ore.
Il sole tramonta, scende la sera, inizia la Veglia. La prima parte è preghiera in arte, tra testimonianze, musiche e spettacolari coreografie.
Il Campo da Graça è un po’ chiassoso, ma quando parla il Santo Padre cala il silenzio. Il discorso, in lingua spagnola, è come un compendio delle esortazioni più care a Francesco.
Il Papa fa ripetere ai giovani: «Ila alegría es misionera! Ila alegria es misionera!». «La gioia è missionaria! La gioia è missionaria».
«L’unica occasione – dice ancora Francesco – l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso, è per aiutarla a rialzarsi». E poi: «Nella vita, nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù!».
Tanti spunti, tanta carica!
Dopo il discorso del Papa, viene esposto il Santissimo Sacramento. I pensieri, le speranze, le preoccupazioni e le ansie del milione e mezzo di giovani presenti si fondono con le parole e gli incoraggiamenti del Santo Padre. Tutto viene deposto ai piedi dell’Eucaristia.
Termina la Veglia, papa Francesco saluta i giovani e lascia il Parque Tejo. Ci si organizza per la notte, piuttosto fresca, in attesa della Celebrazione Eucaristica conclusiva della domenica mattina.
Giornata Mondiale della Gioventù: giorno 6.
Caro diario, ci avviciniamo alla conclusione di questa esperienza. Il seme della gratitudine inizia a germogliare nel nostro cuore. A domani!