La vergogna

Quando nasce la vergogna e in che modo influenza i nostri comportamenti? Cosa possiamo fare per gestirla in modo sano e imparare a interagire in modo autentico con gli altri e con noi stessi? Ne parliamo con la nostra psicologa.

Esiste un momento, una frazione di secondo che sembra un’eternità, in cui ogni individuo sperimenta un profondo e spaventoso senso di inadeguatezza verso se stesso; ci si sente profondamente sbagliati e fuori posto. È sensazione che un po’ tutti abbiamo provato: un profondo senso di vergogna.

Proviamo insieme a comprenderne la natura e la funzione. Quando nasce questa emozione?

Compare intorno ai 2 anni di vita, quando è avvenuto lo sviluppo del sé personale, ovvero quando il bambino inizia a differenziarsi dall’altro e stare davanti ad una persona giudicante lo induce a sperimentarsi diverso e sbagliato. È proprio in questa fase che il bambino inizia a comprendere quale immagine di sé è maggiormente accettata dalla società di appartenenza e quale cercare di evitare. Proprio in questo risiede la funzione sociale della vergogna, ci aiuta a regolare la distanza tra noi e un ipotetico altro giudicante. 

Essendo associata all’autovalutazione dell’immagine che abbiamo di noi stessi, la sua funzione è connessa al desiderio di aderire a ciò che la società di appartenenza propone. Per cui, tutto ciò che devia da tale immagine ideale viene considerata fallimentare. Ci si sente inadeguati, per cui ci si mette costantemente in discussione, considerando inutile ogni tentativo di rimediarvi. 

In pratica quando percepiamo l’immagine ideale che abbiamo di noi stessi differente da quella socialmente accettabile, piombiamo in uno stato di dolore talmente profondo da minare la nostra integrità identitaria. La reazione alla vergogna può avere diversi connotati emotivi, tra cui la tendenza a manifestare rabbia o l’isolamento. Va fatta una precisazione, spesso la vergogna viene confusa con l’imbarazzo.

Quest’ultimo si riferisce a quando la persona sperimenta la sensazione di avere una mancanza rispetto agli altri, in un dato contesto, ma non è collegata al senso profondo di se stessi, come la vergogna.  

Come si riconosce la vergogna? Spesso è associata ad aspetti fisiognomici: abbassare lo sguardo; ripiegare la postura; voltare il viso; arrossire; si tende a nascondersi per diventare inosservabili/invisibili. Potrebbe sembrare un’emozione da bandire, ma è il contrario, perché se regolata in modo sano, come tutte le altre emozioni, ci consente di riconoscere segnali importanti per interagire in modo autentico con gli altri e soprattutto con se stessi.

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