Ancora oggi, avviato sulla via del tramonto, ogni sera, dopo la recita della Compieta e della preghiera della sera, mi sovviene un’immagine che ci ripeteva la suora al catechismo.
Un’immagine semplice, forse un po’ infantile, ma tanto efficace per alimentare la speranza. Il Signore – ci raccontava la suora – ha preparato per ognuno di noi una sedia in Cielo. Ogni volta che compiamo un’opera buona, vi aggiunge una perla; e ogni volta che non lo facciamo, la toglie.
Ancora oggi, nell’esame di coscienza, mi chiedo: «A che punto è la mia sedia?» Anche se ho maturato bene l’idea che il Paradiso, il Cielo, non sia un luogo, ma lo stare sempre con il Signore.
Oggi che l’oltre è appannato, o quasi eliminato, forse abbiamo ancora bisogno di qualche suora – o di un vero catechista – che ci insegni a riguardare il cielo e a ricordarci che questa terra, bella e drammatica, non è l’unico cielo.
È sera, a volte c’è tanta nebbia, e mi chiedo sempre: in che condizioni è la mia sedia lassù? E invoco il falegname divino, san Giuseppe, affinché intercedendo mi aiuti in questo restauro, mentre prego anche per quella piccola suora del catechismo.
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