Covid-19 nei malati oncologici: studio all’Andrea Tortora

La diagnosi precoce del coronavirus consente di abbattere drasticamente il rischio di morte tra pazienti fragili come quelli affetti da tumori
Giuseppe Di Lorenzo

Covid-19 nei malati oncologici, una diagnosi precoce consente di abbattere drasticamente il rischio di morte. Il dato è emerso dallo studio COICA condotto dall’equipe di Oncologia dell’Andrea Tortora di Pagani. Sotto la guida del professor Giuseppe Di Lorenzo è stato possibile seguire mille pazienti con problemi tumorali con diagnosi recente.

Tutti, a partire dal marzo 2020 e fino ad agosto 2021, sono stati sottoposti a tampone molecolare per la ricerca del virus, ancorché asintomatici. Solo il 7 per cento degli utenti seguiti dal Polo oncologico paganese ha manifestato positività al coronavirus e ancora più bassa è stata l’incidenza mortale.

Il Polo oncologico capofila dello studio

Ospedale Andrea Tortora – Pagani

La rilevazione che è oggetto di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Oncology ha come riferimento i pazienti paganesi. Tuttavia, si tratta di uno studio multicentrico e quindi è ancora in corso in altre strutture campane e in altri ospedali italiani, tra cui il policlinico dell’Università di Firenze.

«Abbiamo deciso di fotografare l’incidenza e l’aggressività nei pazienti oncologici, che presentavano maggiori rischi di infezione Covid», ha spiegato il direttore dell’Oncologia paganese.  L’equipe di Di Lorenzo si è concentrata su «pazienti con diagnosi oncologica recente a 3 mesi, quindi con trattamento attivo». Sono stati monitorati tutti e 71 i positivi, che in sette casi hanno avuto decorso mortale. Una percentuale bassissima, se si considera che nei pazienti non screenati precocemente «c’è stata una mortalità maggiore».

I benefici del vaccino

Un ulteriore dato emerge rispetto all’efficacia del vaccino, che da quando è stato somministrato ha azzerato i decessi. Insomma, i sette registrati sono avvenuti tutti prima dell’avvio della campagna vaccinale. «I pazienti diagnosticati grazie allo screening avevano un rischio di morire nove volte inferiore rispetto ai pazienti diagnosticati al di fuori dello screening», hanno spiegato dall’Asl Salerno. Dunque, anche in questo caso la diagnosi precoce sembra fare la differenza.

Lo studio ha consentito di registrare che «non c’è correlazione tra mortalità e tipo di neoplasia», lo stesso è stato riscontrato in caso di presenza di metastasi, ha sottolineato il professore Di Lorenzo. Tra i casi di Covid diagnosticati su pazienti oncologici, il 20 per cento aveva un tumore alla mammella, il 10 per cento rispettivamente una neoplasia alla prostata e alla vescica. «Ringraziamo il direttore generale Mario Iervolino, il direttore sanitario aziendale Ferdinando Primiano e il direttore sanitario del Dea Nocera-Pagani-Scafati, Maurizio D’Ambrosio, i quali hanno approvato e supportato lo studio», ha affermato Giuseppe Di Lorenzo.

Salvatore D’Angelo

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