«La sfida di questo decennale è riprendere il cammino con i giovani, riportarli nei gruppi e soprattutto a Messa». È l’auspicio che don Antonio Guarracino fa alla parrocchia Gesù Risorto di Pagani nel decennale dell’inaugurazione della nuova chiesa.
Il 22 ottobre del 2015 fu consacrata dal vescovo Giuseppe Giudice, che il prossimo 22 ottobre alle ore 19.30 presiederà la Celebrazione Eucaristica di ringraziamento per il cammino percorso dalla comunità paganese.
Don Antonio conosce ogni anima e ogni pietra: è stato primo e unico parroco dal 1986.
Dapprima ha guidato la comunità nella vecchia chiesa, costruita negli anni Cinquanta per volontà della famiglia Di Natale, poi il trasferimento in un container provvisorio e oggi il nuovo complesso liturgico.
L’esigenza della nuova costruzione si palesò alla fine degli anni Novanta, dopo il cedimento del soffitto della vecchia parrocchia. Passarono dieci anni per intraprendere il cammino di costruzione: «Nel 2006 venne meno il progetto di costruzione di una chiesa a Sarno e si optò per realizzarla a Pagani», racconta don Antonio. Fu acquistato il terreno grazie ad una sottoscrizione tra i parrocchiani e «all’intercessione del beato Tommaso Maria Fusco, che credo ispirò i proprietari del suolo a venderlo».
Il vecchio edificio fu abbattuto il 2 febbraio 2008 e il 16 luglio dello stesso anno fu posta la prima pietra. Il 22 ottobre 2015 ci fu la consacrazione della nuova chiesa, ma «mancano ancora molte cose, tra cui il riscaldamento».
Arriva, intanto, il Covid-19 che sterilizza tutto: «Dopo la pandemia non è stato facile. Abbiamo dovuto gestire la separazione da Madonna di Fatima e il calo demografico: quest’anno abbiamo celebrato sette Battesimi e un solo matrimonio, anche le Prime Comunioni sono calate ad otto». Su quest’ultimo aspetto incide il fattore scolastico: molti bambini residenti scelgono la parrocchia dove frequentano la scuola.
La vera sfida sono i giovani: «Dopo il Covid-19 sono ritornati dapprima gli adulti e poi i bambini, ma dobbiamo riprendere il cammino del settore giovani. Sono tornati pieni di domande e interrogativi e riscontro una difficoltà nel farli partecipare all’Eucarestia».
Quest’anno è significativo perché ricorre il cinquantesimo della scelta vocazionale di don Antonio.
La Pasqua paganese del 1975 fu funestata da un incidente stradale. Un autobus di pellegrini di Madonna di Fatima diretto a Roma per il Giubileo ebbe un incidente che causò la morte di sette persone. Tra questi c’erano dei familiari di don Antonio e il padre redentorista Mario Barricella.
Ai funerali del religioso c’era anche don Antonio, all’epoca seminarista in crisi. Ascoltò le parole del superiore provinciale dei redentoristi, padre Salvatore Meschino, il quale affermò che la morte di padre Mario aveva aperto un vuoto nella Chiesa da colmare con nuove vocazioni. «Fu una parola profetica perché confermai la mia scelta vocazionale di seguire e servire il Signore», confida con emozione don Antonio.
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