Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ocse “Education at glance”, il report sulla scuola all’interno di 38 Paesi industrialmente sviluppati, in Italia la percentuale di diplomati tecnici che lavora entro due anni dalla maturità è la più bassa dell’intero gruppo di Paesi dell’Ocse: 55 per cento.
E quel che è peggio ancora alla soglia dei trent’anni più di uno su quattro non fa nulla: sono i cosiddetti Neet, i giovani che non lavorano e non studiano che in Italia raggiungono quota 26,2 per cento contro una media Ocse del 17,1 per cento.
Anche chi lavora, tra i giovani della fascia di età tra i 25 e i 34 anni, guadagna soltanto il 4 per cento in più di chi non ha il diploma: meno che in qualunque altro Paese al mondo. Simili dati fanno tremare i polsi a qualsiasi studente che si trovi ad approcciare la scelta di qualsiasi percorso di studio, superiore o universitario.
Per questo motivo e con simili premesse la scommessa su sé stessi per costruire un futuro deve necessariamente partire dalla passione e dalla predisposizione verso un particolare settore. Anche se è un terreno poco battuto, una strada appena tracciata.
È quello che ha pensato il nocerino Gerardo Cicalese, che della passione per la musica ha fatto la sua professione, conseguendo lo scorso luglio la Laurea magistrale con lode in Music and Acoustic Engineering al Politecnico di Milano. Un percorso partito dal Liceo Scientifico “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore e che oggi lo vede studente di dottorato in Mathematical Models and Methods in Engineering al campus Leonardo del Politecnico di Milano.
«Dopo il liceo – racconta – ho seguito il corso di Laurea triennale in Ingegneria Informatica all’Università degli Studi di Salerno. Dopodiché, ho seguito il corso di Laurea magistrale in Acoustic Engineering (Ingegneria Acustica) al Polo territoriale di Cremona del Politecnico di Milano, in inglese».
Una passione, la musica, coltivata da bambino: «Fin da piccolo sono stato un appassionato di musica, ma sempre con sfaccettature diverse. Da quella classica e gli studi di pianoforte, fino, poi, ad interessarmi agli impianti musicali, in particolare il giradischi di mio padre. Ero curioso di capire in che modo si possa rendere l’esperienza di ascolto migliore: quali tecniche di registrazione usare, di missaggio, di post-produzione».
La strada inizia, quindi, a farsi più chiara e il sostegno dei genitori ha fatto la differenza: «Mentre frequentavo le superiori abbiamo trovato un corso che potesse fare al caso mio: l’ingegneria acustica, per la quale è necessaria, prima, una laurea triennale in ingegneria informatica. È sicuramente stato impegnativo e l’aiuto dei miei genitori è stato provvidenziale. Mi hanno sempre supportato – ricorda – sia economicamente, ma soprattutto credendo nelle mie potenzialità. E ho ripagato quella fiducia impegnandomi negli studi e ottenendo delle borse di studio, ma l’aspetto più bello in questi anni è stato quello di confrontarmi con mio padre sull’ambito musicale, spiegandogli cosa di nuovo imparavo».
Un corso di laurea poco conosciuto e dalle mille sfaccettature quello scelto da Gerardo: «Sono rimasto esterrefatto dalle svariate opportunità che offre il mondo dell’ingegneria acustica – spiega-. Ecco perché mi sono appassionato alla simulazione numerica di campi sonori. In parole povere, così come grazie alle previsioni del tempo si riesce a prevedere che tempo farà un certo giorno, grazie alle simulazioni acustiche si riesce a prevedere l’esperienza acustica di una persona in un qualunque ambiente. Ad esempio, un suono riprodotto in una stanza piccola sarà percepito in maniera differente rispetto allo stesso suono, ma riprodotto in una cattedrale. Tutto ciò a causa di fenomeni come la riflessione e il riverbero, che simulo al computer».
Un settore quello dell’audio digitale e dell’acustica che oggi sta crescendo vorticosamente in tutte le sue sfaccettature e applicazioni, anche nel nostro territorio: «Sicuramente esistono aziende edili che sono alla ricerca di ingegneri che li aiutino a progettare edifici all’avanguardia nell’ambito del comfort acustico. Oppure artigiani e produttori di strumenti musicali che vogliano introdurre la tecnologia nel processo produttivo per ridurre i tentativi effettuati su modelli in scala e scegliendo la simulazione su modelli virtuali, riducendo lo spreco di risorse come legno e manodopera».
Fronti inesplorati che richiedono competenze di alto livello e menti aperte che guardino al futuro creandolo, da qui il consiglio del neo laureato nocerino ai giovani che iniziano quest’anno il percorso universitario: «Non lasciatevi scoraggiare da niente e nessuno e abbiate sempre in mente il vostro obiettivo, cercando di trovare il bello anche quando non c’è, apprezzando tutto del proprio percorso e condividendolo con i colleghi. Cercate, inoltre, di avere una passione che sia complementare al percorso di studi, per evitare di restringere i vostri orizzonti».
Il trasporto per la musica e il suono ha mosso i passi di Gerardo, resta da chiedere dove lo condurranno: «Non so dove sarò da qui a dieci anni, ma l’importante è che farò sempre un lavoro che mi permetta di ampliare le mie conoscenze e che possa apportare un miglioramento nella vita delle persone. Ad esempio, uno tra i miei obiettivi è migliorare il benessere delle persone negli edifici riducendo la trasmissione di rumori provenienti dagli impianti, dalla strada, e dalle altre stanze, e tutto ciò è reso possibile dalla simulazione».
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